L’Ipnosi Regressiva e le Vite Passate
Dice il Dhammapada, antica raccolta di insegnamenti del buddhismo risalente al III a C.: Ciò che noi siamo oggi deriva dai nostri pensieri di ieri, e i nostri pensieri di oggi preparano la nostra vita di domani: la nostra vita è la creazione della nostra mente. Se un uomo parla o agisce con mente impura, la sofferenza lo seguirà come la ruota del carro segue l’animale che lo traina … Se un uomo parla o agisce con mente pura, la gioia lo seguirà come un’ombra.
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La tradizione buddhista è quella che più di ogni altra ha studiato la mente con attitudine scientifica. Col termine “mente impura” si definisce una mente non consapevole, del tutto ignorante del fatto che sono i nostri pensieri a creare il mondo in cui ci ritroviamo a vivere, e preda di tutte le pulsioni che derivano da questa ignoranza. E’ evidente che questa mente inconsapevole, piena di identificazioni, paure e attaccamenti, ha bisogno di ripetere una lunga serie di esperienze per poter imparare la lezione e arrivare al livello di coscienza in cui potrà sperimentare il vero Sé, che è pura gioia, intoccata da tutto ciò che accade all’esterno. Questo si intende con “mente pura”: quando la mente arriva alla verità ritrova il suo ruolo di semplice strumento, non c’è più identificazione coi pensieri e con ciò che contiene.
Esistono le vite passate e la reincarnazione?
Possiamo perciò affermare che esistono vite passate? Ecco come lo spiegano i Maestri spirituali: finché crediamo di essere il corpo, i pensieri e le emozioni, abbiamo bisogno di diversi corpi-veicoli per ritornare più volte sul piano materiale e completare l’apprendimento. A un certo punto, affermano tutti gli insegnamenti spirituali, il recupero di consapevolezza attraverso le esperienze fa sì che si verifichi un “risveglio” alla verità, che viene detto illuminazione: si realizza che l’essere è eterno e UNO. E quando cade l’illusione che esista un “io” separato cade anche tutta l’illusione in cui viviamo abitualmente: le coordinate di tempo e spazio, l’identificazione con una particolare identità, le innumerevoli “storie” o vite, di cui l’io ha avuto bisogno per arrivare a questa realizzazione … Quindi NO, in verità le vite passate non esistono, e SI, finché non ci risvegliamo al vero Sé avremo bisogno di reincarnarci …
La prova di questa realtà viene dall’esplorazione dell’inconscio. Si è spesso verificato, infatti, all’inizio in modo casuale e spontaneo, che persone in trance riportassero come origine di problemi fisici o psicologici eventi traumatici avvenuti in altre epoche. Questi soggetti possono manifestare xenoglossia, cioè mettersi a parlare fluidamente in lingue di cui non hanno alcuna conoscenza nell’abituale livello di coscienza.
Possiamo definire Mente Inconscia quella parte in noi che consiste in tutto quello che non è conscio. Gli studi sempre più precisi in proposito ci dicono che l’Inconscio corrisponde al 95% della mente (l’insieme di informazioni coordinato dal cervello che riempie il corpo e ogni cellula). Dai tempi di Mesmer, che nel ‘700 sapeva evocare nelle persone fenomeni ipnotici senza riconoscerli come tali, ma pensando fossero dovuti a un misterioso fluido magnetico, si sono svolte numerosissime indagini e sperimentazioni sugli stati alterati di coscienza che si verificano in Ipnosi, e su come raggiungerli. Si sa, per esempio, che l’Inconscio (che corrisponde alla parte più profonda dell’individuo) non può mentire, è anzi colui che custodisce la memoria esatta, anche dei minimi particolari, di ogni evento accaduto, di ogni processo interiore.
Negli ultimi anni sono stati utilizzati particolari strumenti sempre più sofisticati per monitorare l’attività del cervello in soggetti ipnotizzati e misurare il grado di profondità degli stati di coscienza alterata in cui essi si trovavano mentre riportavano le loro esperienze cosiddette di vite passate. Il fatto che spesso siano stati utilizzati questi strumenti prova che le persone esaminate non potevano in quel momento inventarsi delle storie, ma quanto riportato corrispondeva a un’esperienza fino a quel momento sepolta a livello inconscio.
Le origini dell’Ipnosi Regressiva alle Vite Precedenti
E’ addirittura nelle Upaniṣad, testi sacri dell’induismo risalenti al 900 a.C. , che troviamo menzionate quelle che si possono considerare le più antiche pratiche di regressione a vite precedenti. La prima regressione ipnotica a una vita precedente di cui esiste una documentazione più recente ebbe luogo in Germania nel 1862, ad opera del principe Galitzin, allievo di Mesmer. Egli stava sperimentando la trance ipnotica su una povera donna, prostituta di basso rango e del tutto priva di istruzione, che aveva raccolto dalla strada per fare pratica dell’ipnosi. In trance essa indicò in un delitto compiuto nella sua vita precedente in Francia la causa delle sue attuali difficoltà, fornendo molti particolari di come si erano svolti i fatti, del luogo, e delle persone coinvolte. In trance la donna si esprimeva correttamente in un francese ricercato, lingua a lei altrimenti del tutto ignota. Subito dopo Galitzin si recò in Francia, nel luogo indicato, per controllare la veridicità di quanto emerso nella regressione. La verifica delle testimonianze della gente del posto, che avevano appreso dai propri vecchi la storia in questione, confermò tutti i particolari riferiti dalla donna.
Da questi eventi verificatesi in principio del tutto casualmente, si è arrivati a mettere a punto particolari tecniche di Ipnosi per favorire l’accesso alle memorie passate. Con Ipnosi Regressiva si intende l’utilizzo dell’ipnosi per attivare le capacità regressive della mente, di andare cioè indietro in un tempo più o meno remoto, e lì favorire la comprensione, l’elaborazione e l’integrazione di quei vissuti dove si cela l’origine di problemi che si manifestano nel presente. A volte infatti, l’equilibrio non viene ripristinato finché non si va a trattare proprio l’evento preciso responsabile del trauma.
L’ Ipnosi Regressiva alle vite passate può essere utile quando un problema sia stato trattato a lungo senza risultati, o quando si percepisce che l’origine del trauma sembra risalire a un tempo più remoto dell’attuale. Dice Jung: Tutto ciò che non vogliamo sapere di noi stessi finisce sempre per giungerci dall’esterno e assumere la forma di Destino.
Utilizzare le capacità della mente inconscia per accogliere, rielaborare ed integrare nella coscienza ciò che è inconscio, ci restituisce al presente e ci permette di viverci non più come vittime del nostro destino, ma come persone responsabili e sempre più libere di vivere il presente.
L‘Ipnosi Regressiva e la Reincarnazione
L‘ipnosi regressiva alle vite precedenti si fonda, ovviamente, sull’esistenza della reincarnazione. Il concetto di reincarnazione appartiene praticamente a tutte le culture del mondo: l’induismo, il buddismo, il taoismo, ne parlano diffusamente nei loro libri sacri, così come la tradizione essena, e quella dei nativi americani. Nell’antico Egitto lo studio della reincarnazione faceva parte dell’iniziazione ai grandi misteri, l’ebraismo la insegna nella Kabbalah e anche nel Corano se ne trovano riferimenti.
Per quanto riguarda l’occidente è interessante ricordare che il Cristianesimo per molti secoli ha considerato la reincarnazione un fatto del tutto naturale. Origene, Clemente d’Alessandria, Plotino, San Bonaventura, San Giustino, San Gregorio di Nissa, Sant’Agostino, padri della Chiesa, credevano tutti alla reincarnazione. Secondo San Girolamo questa dottrina è stata insegnata per lungo tempo ai primi cristiani. Fu solo nel 553 nel V concilio che, per volere dell’imperatore Giustiniano, fu scagliato anatema contro una parte dell’insegnamento di Origene (interessante ricordare che questo avvenne tre secoli dopo la sua morte). In questa occasione furono depurati i Vangeli (che si sa sono stati manipolati più volte) dai riferimenti alla reincarnazione.
Ne rimangono però dei passi che piuttosto chiaramente si riferiscono al fenomeno: quando Gesù chiede alla gente chi crede che lui sia, gli rispondono “Tu sei Elia” e Gesù dice “Elia è già tornato e non l’hanno riconosciuto.(…) Allora i discepoli capirono che egli intendeva parlare di Giovanni il Battista. ” Matteo 16,13-16; 17,10-13. Si parla di reincarnazione anche nei Vangeli apocrifi, come in quello di Tommaso, e nei libri agnostici.
Dagli anni ’60 del secolo scorso vi sono numerosi psichiatri, psicologi e ipnoterapeuti che si sono confrontati con l‘ipnosi regressiva alle vite precedenti, tra i nomi più conosciuti che hanno trovato vasta notorietà con pubblicazioni sull’argomento: Raymond Moody jr., Brian Weiss, Ian Stevenson, Helen Wambach, Bruce Goldberg.
Gli studi dello psichiatra inglese Ian Stevenson su bambini orientali (la cui cultura non nega la reincarnazione, e perciò meno repressi di noi a livello dell’inconscio collettivo) che ricordano le proprie vite precedenti, sono molto ricchi di dettagli e testimonianze che, verificati da lui personalmente sul campo, ne attestano l’autenticità nella grande maggioranza dei casi.
L’Ipnosi regressiva a cosa serve?
Alcuni esempi delle problematiche più comuni che hanno mostrato di rispondere con buoni risultati alle tecniche regressive, quando non abbiano risposto ad altri trattamenti:
disturbi d’ansia, comportamenti limitanti ripetitivi o ossessivi, certe forme di fobia, alcuni disturbi alimentari, disfunzioni sessuali, disturbi psicosomatici, forme di dipendenza, vuoti esistenziali Personalmente ho memorie di vite passate fin dall’infanzia, elaborarle mi è stato di grande aiuto a comprendere e superare difficoltà nell’attuale vita. E’ mia opinione che, in ogni caso, non sia importante “provare” la veridicità delle vite passate, nè che la risoluzione dei problemi attuali debba necessariamente avvalersi della regressione alle vite passate.
Tuttavia nella mia esperienza di lavoro posso affermare che questa particolare metodica si è dimostrata in parecchi casi uno strumento decisivo per superare problemi che non avevano precedentemente trovato soluzione.
L‘Ipnosi regressiva può aiutare anche se non si crede alle vite precedenti ?
E’ opinione di alcuni che la regressione alle “vite precedenti” non sia altro che una specie di drammatizzazione di dinamiche relative ai problemi o conflitti attuali. Non si tratterebbe cioè di reali esperienze reincarnative bensì di proiezioni inconsce dei problemi attuali rappresentati simbolicamente utilizzando un’altra forma storica, che tuttavia faciliterebbe l’attenuazione o la scomparsa dei disturbi stessi.
La nostra vita psichica è innegabilmente vastissima, si estende in tutte le direzioni molto al di là della nostra attuale capacità di comprensione e rappresenta un incredibile patrimonio di risorse. E’ opportuno utilizzare sempre con rispetto e creatività ciò che l’inconscio fa emergere dal profondo: si tratti di immagini simboliche o di reali memorie di vite passate poco importa; è quanto l’inconscio ci offre in quel momento e se l’elaborazione di quanto si è palesato può condurci al ridimensionamento o al superamento della tematica limitante, è bene accogliere quanto emerge e utilizzarlo in ogni caso. Se si è motivati da istanze più profonde della mera curiosità e pronti a farla, l’esperienza della regressione può rivelarsi in ogni caso liberatoria e molto utile.
Fonti
http://www.viaggionelmistero.it/fede-mistero/reincarnazione/reincarnazione-tre-casi-a-sostegno
R. Moody, Ricordi di altre vite, Oscar Mondadori
B. Weiss, Oltre le porte del tempo, Oscar Mondadori
I. Stevenson, Le prove della reincarnazione, Armenia Editore
J. Crolard, Rinascere dopo la Morte, ed Mediterranee
A. Tomlison, Di vita in vita, ed. Armenia