Liberarsi dal Dolore è Possibile? Se sai come farlo… Parte 2a
Ho sentito spesso Osho affermare che i problemi non esistono, si tratta solo di un punto di vista che possiamo cambiare, se vogliamo.
Visto che il nostro ego è specializzato nel creare i problemi per perpetuarsi, e noi non possiamo scacciarlo –
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se è lì è perché per evolvere ne abbiamo bisogno – cerchiamo di comprenderne meglio origine e funzionamento. Ecco cosa ne dice Osho, un Maestro illuminato, cioè libero dall’identificazione con l’ego:
Comprendere l’ego per disidentificarsi
Come prima cosa, si deve comprendere cos’è l’ego. Un bimbo nasce. Egli viene al mondo senza alcuna cognizione, né coscienza del suo sé. E quando un bimbo nasce la prima cosa di cui diventa consapevole non è se stesso: come prima cosa diventa consapevole dell’altro. E’ naturale, perché gli occhi si aprono verso l’esterno, le mani toccano gli altri, le orecchie ascoltano gli altri, la lingua sente il sapore del cibo e il naso sente gli odori esterni. Tutti questi sensi sono aperti verso l’esterno. Nascere significa questo. Nascita significa venire in questo mondo: il mondo di ciò che sta fuori. Per cui, quando nasce un bambino, egli nasce a questo mondo. Apre gli occhi, vede gli altri.
Gli “Altri” significano il tu. Egli dapprima diventa consapevole della madre. Poi, un po’ alla volta, diventa consapevole del suo corpo. Anche questo è l’altro, anche questo appartiene al mondo esterno. Ha fame e sente il suo corpo; il suo bisogno viene soddisfatto, ed egli si dimentica del corpo. E’ così che un bimbo cresce. Prima diventa consapevole dell’altro, e poi, a poco a poco, in contrasto con l’altro, diviene consapevole di se stesso.
Tale consapevolezza è una consapevolezza riflessa. Egli non è consapevole di chi lui sia. E’ semplicemente consapevole della madre e di ciò che lei pensa di lui. Se sorride, se gli fa dei complimenti, se gli dice: “Quanto sei bello”, se lo abbraccia e lo bacia, il bimbo è soddisfatto di sé. In questo modo, è nato l’ego. Attraverso i complimenti, l’amore, le cure, egli si sente bene, sente di essere apprezzato, sente di avere un significato. Nasce un centro. Ma questo centro è un centro riflesso. Non è il suo vero essere. Egli non sa chi è; sa solo quello che gli altri pensano di lui.
E questo è l’ego: il riflesso, ciò che pensano gli altri. Se nessuno pensa che lui sia utile, se nessuno gli fa i complimenti, se nessuno gli sorride, anche in questo caso nasce un ego: un ego malato, triste, rifiutato, simile a una ferita; un ego che si sente inferiore, indegno. Anche questo è ego. Anche questo è un riflesso. Dapprima viene la madre, e all’inizio la madre rappresenta tutto il mondo. Poi alla madre si uniscono gli altri, e il mondo continua a crescere. E più il mondo cresce, più l’ego diventa complesso, perché vi si riflettono le opinioni di molte altre persone.
L’ego è un fenomeno di accumulazione, un sottoprodotto della vita vissuta con gli altri. Se un bambino vive completamente solo, non accadrà che in lui cresca un ego. Ma questo non aiuta affatto. Egli rimarrà come un animale. Questo non vuol dire che arriverà a conoscere il suo autentico sé, per nulla! Il reale può essere conosciuto solo attraverso il falso, quindi l’ego è necessario. Bisogna passarci attraverso. E’ una disciplina. Il reale può essere conosciuto solo attraverso l’illusione.
Non potete conoscere la verità direttamente. Prima dovete conoscere ciò che non è vero. Prima dovete scontrarvi con il falso: questo incontro, vi aiuterà a conoscere la verità. Se conoscete il falso in quanto tale, la verità sorgerà in voi. L’ego è una necessità; è una necessità sociale, è una conseguenza della società. La società è tutto ciò che vi circonda: non siete voi, ma quello che vi sta intorno. Tutto, eccetto voi, è la società. E tutti riflettono, come uno specchio. Andrai a scuola e il maestro rifletterà chi sei. Diventerai amico di altri bambini, e gli altri bambini rifletteranno chi sei. Pian piano, tutti quanti aggiungono qualcosa al tuo ego, e tutti cercano di modificarlo, in modo tale che tu non divenga un problema per la società … L’ego è sempre agitato, è sempre in cerca di alimento, in cerca di qualcuno che gli faccia delle lodi. E’ per questo motivo che chiedete continuamente attenzione. Tu prendi dagli altri l’idea di chi sei. Non è un’esperienza diretta. Sono gli altri a darti l’idea di chi sei. Essi danno forma al tuo centro.
L’ego è un falso centro
Questo centro è falso, perché porti in te stesso il tuo vero centro. Nessun altro può metterci voce… non sono affari suoi! Nessun altro gli può dare una forma… vieni al mondo con quel centro. Tu sei nato con lui. Quindi, tu hai due centri. Un centro tuo, che ti è dato dall’esistenza stessa: questo è il sé. E l’altro creato dalla società: questo è l’ego. E’ una cosa falsa… ed è in se stesso un grandissimo stratagemma. Attraverso di esso la società ti controlla: devi comportarti in un certo modo, perché solo in questo caso la società ti apprezza. Devi camminare in un certo modo; devi ridere in un certo modo; devi assumere un certo comportamento, avere una morale, un codice. Solo così la società ti apprezzerà, e se ciò non accade, il tuo ego ne sarà sconvolto … Gli altri ti hanno dato quell’idea. Quell’idea è l’ego. (…)
La società ha fatto un po’ di pulizia nella vostra consapevolezza. Ha ripulito perfettamente una piccola parte e l’ha recintata. (…) Tutta la cultura e tutti i condizionamenti, servono solo a ripulire quella piccola porzione del vostro essere in modo tale da farvi sentire a casa. Ma ecco che vi spaventate. Oltre la siepe c’è il pericolo. Voi esistete oltre la siepe, così come esistete al suo interno, e la vostra mente cosciente è appena una parte, un decimo di tutto il vostro essere. Gli altri nove decimi sono in attesa, nell’oscurità, e in questi nove decimi è nascosto, da qualche parte, il vostro centro reale. E’ necessario rischiare… essere coraggiosi. Occorre fare un passo nell’ignoto. Per un attimo, tutti i confini spariranno.
Per un attimo, avrete le vertigini. Per un attimo, sarete spaventati e sconcertati, come se fosse avvenuto un terremoto. Ma se siete coraggiosi e non tornate indietro, se non ricadete di nuovo nell’ego e continuate ad andare avanti … dentro di voi esiste un centro, che possedete da vite intere. Questa è la vostra anima, il vostro sé. Quando vi ci avvicinerete, tutto cambierà, tutto si organizzerà di nuovo. Ma questa volta l’assestamento non sarà opera della società. Ora ogni cosa diventerà un tutto organico e armonico, non un caos: nascerà un nuovo ordine. Ma questo non è più l’ordine della società: (…) è ciò che Buddha, chiama Dhamma; Lao Tzu, Tao; Eraclito, Logos.
Non è fatto dall’uomo: è l’ordine stesso dell’esistenza. Ecco che allora, all’improvviso, tutto sarà di nuovo bello; anzi, per la prima volta, è davvero bello, perché le cose fatte dall’uomo non possono essere belle. Al massimo se ne può nascondere la bruttezza, ma niente di più. Si può cercare di renderle attraenti, ma non potranno mai essere belle. La differenza è la stessa che esiste tra un fiore vero e uno di plastica o di carta. L’ego è un fiore di plastica, morto. Sembra un fiore, ma non lo è. (…)E’ morto, in lui non c’è vita alcuna. Tu hai, dentro di te, un centro in fiore. E’ per questo che gli hindu lo chiamano Fior di Loto, perché è qualcosa che fiorisce. (…) E continua a fiorire, non si ferma mai, non muore mai. Voi però, vi accontentate di un ego di plastica. (…)
Tutte le volte che ti senti infelice, meschino, chiudi immediatamente gli occhi: cerca di scoprire dove ha origine questa infelicità, e ogni volta scoprirai che il tuo falso centro è entrato in conflitto. Ti aspetti qualcosa… e non succede niente. Ti aspetti qualcosa… e accade tutto il contrario: il tuo ego ne rimane sconvolto, cadi nell’infelicità più nera. Limitati ad osservarlo: quando ti senti infelice prova a scoprirne il motivo. Le cause non stanno al di fuori di te. Il motivo fondamentale è dentro di te, ma tu guardi sempre al di fuori, chiedi sempre: chi mi rende così infelice? Chi provoca questa mia rabbia, questa mia angoscia? Se guardi all’esterno, non lo scoprirai mai. Limitati a chiudere gli occhi e a guardare sempre dentro di te.
La fonte della sofferenza è l’ego
La fonte di ogni miseria, rabbia, angoscia, è nascosta dentro di te: è il tuo ego. E se trovi la fonte, sarà facile andare oltre. Se riesci a vedere che il tuo stesso ego è la causa di ogni sofferenza, preferirai abbandonarlo, perché nessuno può portarsi dietro la causa della propria sofferenza, una volta che la conosce. E ricordarti che non c’è bisogno di lasciar cadere l’ego. Non puoi farlo. Se ci provi, arriverai ad avere un ego più raffinato che dirà: “Sono diventato umile”. Non cercare di essere umile. Di nuovo sarà una maschera dell’ego, ancora non sarà morto. Non cercare di essere umile. (…) Nessuno può darsi da fare per essere umile; e nessuno lo può diventare attraverso lo sforzo. Se si è consapevoli di essere umili, l’ego esiste ancora.
(…) Qualunque cosa tu faccia, limitati a metterti in disparte e osserva, guarda: non fare altro. Qualunque cosa tu faccia — umiliarti, renderti modesto e semplice – niente ti sarà di aiuto. Puoi solo fare una cosa: limitarti a osservare che l’ego è la fonte di ogni miseria. Ma non dirlo, non ripeterlo, osserva. Perché dire che è la fonte di ogni infelicità, e continuare a ripeterlo, non serve a niente. Tu devi arrivare a capirlo. Ogni volta che ti senti infelice, chiudi semplicemente gli occhi: non cercare di scoprirne le cause all’esterno; prova a vedere da dove viene questa disperazione.
E’ il tuo stesso ego. Se continui a sentire e a capire, se questa comprensione che l’ego ne sia la causa, si radica profondamente in te, un giorno, all’improvviso, ti accorgerai che l’ego è semplicemente scomparso. Nessuno lo lascia cadere; nessuno è in grado di lasciarlo cadere. Puoi semplicemente osservare che, a un certo punto, è scomparso, perché la comprensione stessa che sia l’ego a creare ogni sofferenza, lo fa cadere. Questa profonda comprensione, è la caduta stessa dell’ego. Ma tu sei bravissimo a vedere l’ego degli altri; anche se nessuno, in realtà, è in grado di vedere l’ego di un altro…. quando invece riguarda te, nasce il problema, perché non conosci questa regione, non l’hai mai attraversata. Il vero sentiero verso il divino, verso l’assoluto, deve passare attraverso la regione dell’ego.
Bisogna riconoscere come falso ciò che è falso. Bisogna riconoscere la fonte della nostra sofferenza in quanto tale, e a questo punto l’ego cade da solo, semplicemente. Quando ti rendi conto che è un veleno, cade da sé … Quando ti rendi conto che è l’inferno, cade da sé.
tratto da: Osho, Returning to the source, (dalla raccolta Oltre le frontiere della mente)
Guardare sempre dentro noi stessi, dunque, per trovare la radice della nostra sofferenza. E dove conduce questa pratica dell’essere sempre di più presenti e testimoni di ciò che accade dentro di noi? A essere nel presente innanzitutto, l’unico tempo che esiste, in realtà. E da questa dimensione spazio/temporale sempre nuova possiamo intraprendere la via del ritorno verso la nostra natura originaria, verso la scoperta della vera natura della mente e la conoscenza intima e profonda di noi stessi, di quel sé essenziale nascosto più all’interno della struttura protettiva dell’ego.
C.G.Jung ci ricorda che Tutto ciò che non vogliamo sapere di noi stessi finisce sempre per giungerci dall’esterno e assumere la forma di Destino. E’ opportuno perciò esercitarsi a diventare l’osservatore/testimone dei pensieri, delle emozioni, delle sensazioni. Tutto quanto appartiene al mondo interiore non deve essere capito mentalmente o controllato ma “sperimentato”, prestando ascolto a ciò che accade dentro di noi di momento in momento. Se siamo in grado di osservare ciò che accade dentro di noi, accogliendolo senza giudicarlo o reprimerlo, ma accettando e abbracciando tutto di noi, ne consegue pace e libertà.
Che fare però quando sono troppi i traumi nel nostro passato e il livello sofferenza in noi è tale da catturare tutta la consapevolezza e l’energia che possediamo? E’certamente molto più difficoltoso, e a volte impossibile esercitare il testimone in mezzo a un mare in tempesta che galleggiando in acque tranquille ! Per questo utilizzare tecniche efficaci che possono aiutare la mente a liberarsi da shock, traumi e condizionamenti limitanti può essere decisivo, non solo per espandere il benessere, ma anche per poter scoprire la nostra parte più vera e autentica, quel centro sempre sereno e intoccato. Di questo posso essere testimone: Ipnosi, Autoipnosi, PNL, EFT e DMOKA principalmente, ma anche AGER e TAI, sono stati innanzi tutto strumenti preziosi per liberare la mia casa interiore dalle macerie e ricostruire un modo sereno di stare con me stessa; per continuare a sgomberare l’accesso alla pace indisturbata che è la nostra vera natura.
FONTI
Annalisa Faliva: Il risveglio dal sogno, La grande liberazione con gli insegnamenti del Bardo, ed. Tecniche Nuove
K. McDonalds: Come meditare, Chiara Luce Edizioni
Osho: Oltre le frontiere della mente, Libreria Editrice Psiche