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Continuiamo  a osservare i 12 principali archetipi individuati da Jung. Ricordiamo che gli archetipi  sono modelli  di base, forme primordiali comuni a tutti gli individui  e si rivelano utili  per  riconoscere e descrivere  modelli di comportamento ricorrenti in tutte le epoche e le culture.

Secondo Jung,  gli archetipi sono radicati nell’inconscio collettivo dell’umanità e influenzano il modo in cui le persone pensano, sentono e si comportano.

I principali da lui indicati sono la Persona, l’Ombra, l’Anima e l’Animus, la Grande Madre, il Padre, il Fanciullo Divino, l’Eroe, il Vecchio saggio, il Briccone, il . In questa seconda parte  parliamo di Anima, Animus e Grande Madre.

Uno Sguardo sui 12 Archetipi di Jung: Anima e Animus

Secondo Jung ciascuno di noi possiede  quella che possiamo definire la controparte  rispetto al sesso di appartenenza: in ogni donna è presente anche la parte maschile, l’Animus, in ogni uomo c’è la componente femminile, l’Anima.

Questa controparte gioca un ruolo cruciale nel nostro funzionamento psicologico e relazionale, a seconda di quanto sia o non sia integrata nella persona.Sia l’Anima, la controparte femminile nell’uomo, che il suo opposto l’Animus, presentano una funzione mediatrice agendo come una sorta di ponte  tra il Sé e l’inconscio.

Precisiamo che la concezione junghiana di Anima si differenzia nettamente dall’equivalente semantico attribuito  a questo termine in ambito religioso o filosofico.

Nell’arco dell’esistenza Anima e Animus agiscono come una sorta di guida per  l’individuo nell’esplorazione di sé stesso e del mondo che lo circonda. A volte però a causa di scarsa consapevolezza della propria natura  si possono determinare conflitti  nella persona  e questo può  costituire un grande ostacolo al benessere e all’armonia personali.

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Rappresentazione degli archetipi Animus e Anima

Uno Sguardo sui 12 Archetipi di Jung: l’Anima sede dell’emotività

Jung ha spesso sottolineato la complementarietà tra conscio e inconscio e il fondamentale ruolo che gli archetipi rivestono nelle dinamiche psichiche. Nello specifico, l’Anima presenta una funzione mediatrice tra la psiche in generale, dalla natura prevalentemente inconscia, e la parte conscia, o Io nell’uomo.

L’Anima rappresenta la componente femminile del maschio e l’atteggiamento che egli rivolge verso l’interno, mentre, come abbiamo visto, l’archetipo di Persona  indica l’atteggiamento verso l’esterno.

Per un uomo l’Anima rappresenta  l’emotività,  l’accoglienza  e la creatività e può apparire nei sogni personificata sotto forma di moglie, madre o figlia in base alla figura femminile su cui si proietta nelle diverse fasi di vita.

Sia per l’uomo che per la donna la componente  dell’altro sesso deve essere integrata, se l’individuo vuole vivere la propria essenza in modo armonioso.

Nell’uomo la mancata integrazione di Anima può emergere attraverso problematiche nell’autoregolazione emotiva espresse attraverso ansia, irrequietezza o eccessivo sentimentalismo, mentre il non riconoscimento dell’archetipo femminile può sfociare in stanchezza, rassegnazione o irresponsabilità.

Uno Sguardo sui 12 Archetipi di Jung: L’Animus nella Donna

L’Animus è l’archetipo maschile presente nella psiche della donna e rappresenta ciò che la unisce al mondo dello spirito.  Esso rappresenta la possibilità di esprimere se stessa con assertività e di essere in grado di portare a termine i compiti della vita.

Anima e Animus si costituiscono a partire dalle prime esperienze di vita, nel secondo caso dapprima utilizzando come modello il padre o il fratello, per poi plasmarsi sulle proiezioni degli elementi del maschile, autentici o immaginati (estrapolati dalla letteratura, dal cinema, o da figure rappresentative della società per esempio), che la donna incontra nella propria storia di vita.

Il conflitto si attiva quando la parte conscia limita o rifiuta gli istinti inconsci e, prendendo il sopravvento porta la donna a far prevalere l’aggressività e le dinamiche dettate dalla prepotenza e dall’indole litigiosa e competitiva tipica di un certo maschile. In questo caso la donna nega e rimuove il proprio lato femminile dedito all’amore e al calore umano.

Perché la donna possa interiorizzare i propri lati assertivi e impositivi e (che possiamo definire yang) e l’uomo possa accogliere e integrare le componenti più vulnerabili ed emotive (la sua parte yin) come un valore del suo essere, è necessario raggiungere l’integrazione psichica di queste due polarità. Il risultato sarà allora l’equilibrio.

Uno Sguardo sui 12 Archetipi di Jung: la Grande Madre

L’archetipo della Grande Madre rappresenta la creatività e l’elevazione spirituale coniugate con la funzione di contenere e mantenere in vita la persona, aiutandola a sintonizzarsi interiormente con l’altro. Ma può emergere il lato oscuro di questo archetipo, che si manifesta sottoforma di controllo, soffocamento e distruzione.

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Scultura del Neolitico: la Grande Dea

Per Jung la Grande Madre rappresenta un archetipo fondamentale per la crescita individuale che, come gli altri, è presente sin dalla nascita. Ciò avviene attraverso la tendenza infantile a proiettare il proprio ideale materno sulla figura di accudimento.

In questo modo l’archetipo guida il bambino nel suo processo di comprensione della realtà e di sintonizzazione con l’altro, consentendogli di ritrovare i valori materni di cura anche in persone diverse dalla madre, come i nonni o la baby sitter.

Storicamente è possibile rintracciare le origini dell’archetipo della Grande Madre, Grande Dea, o Dea Madre, nel culto del femminile dell’era neolitica.

Lo testimoniano i numerosi ritrovamenti di statuette rappresentanti il femminile in tutte le sue vesti, assumendo personificazioni distinte che spaziano dalla dea protettrice Kubaba, a Diana dea della caccia, a Venere simbolo della sensualità.

In mitologia l’archetipo della Grande Madre include spesso figure divine quali la Madre Terra. La rappresentazione del femminile non si limita allora alla sola mamma che nutre il bambino, ma si apre a esprimere  la Matrice genitrice della Creazione e della Natura. È perciò anche il simbolo della vita e della trasformazione, strettamente connesso ai cicli di nascita, morte e trasformazione.

Uno Sguardo sui 12 Archetipi di Jung: Madre Buona/Madre Terribile

La Grande Madre può presentarsi come madre buona, oppure madre terribile, o anche buona e cattiva al tempo stesso. Come sottolinea Jung, si tratta di un archetipo che simboleggia l’autorità femminile, una rappresentazione dotata di saggezza ed elevazione spirituale che aiuta l’individuo nel superare i limiti dell’intelletto.

La Grande Madre rappresenta l’accudimento, il grembo materno che rende possibile la fecondità e la crescita del bambino attivando la tendenza di cura insita nell’essere umano. In tale senso rappresenta anche l’impulso soccorrevole, la protezione e la tolleranza verso l’altro. Si tratta di funzioni che permettono alla persona di sintonizzarsi emotivamente con l’altro.

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La parte ombra della Grande Madre viene spesso rappresentata nelle fiabe

Nella sua parte ombra però la Grande Madre  racchiude in sé anche elementi negativi legati a un materno che genera angoscia, seduce e intossica. La Madre si trasforma allora da grembo protettivo a vaso freddo che ostacola l’esplorazione, la crescita e l’emancipazione del figlio.

Nella vita di tutti i giorni lo possiamo riconoscere nella madre che agisce come suo diritto un attaccamento intrusivo e vincolante che impedisce l’autonomia filiale o, nei casi più estremi, non  si rende conto di maltrattare e distruggere il figlio.

Uno Sguardo sui 12 Archetipi di Jung: l’integrazione dei conflitti e della parte ombra

La comprensione  di come si manifestano in noi Animus e Anima, così come per la Grande Madre e i suoi lati oscuri, ci consente alla di conoscersi meglio, e di essere più consapevoli della nostra natura. Perché ciò sia possibile è importante non cercare di evitare  i conflitti, ma riconoscere ciò che si verifica dentro di noi.

Imparare  ad accogliere anche gli elementi ambivalenti e conflittuali può aiutarci ad agire in modo più consapevole, a uscire da comportamenti automatici di vecchi modelli e a rappresentazioni  non utili che ciascuno di noi ha interiorizzato nella propria storia di vita.

Il fine è l’integrazione, che ci conduce a una evoluzione. E’ difficile riuscirci da soli, a causa di identificazione e condizionamenti.

Utilissime perciò le tecniche che ci permettono di intervenire sulle parti in conflitto, andando a trattare le origini delle varie percezioni disarmoniche, e dei numerosi traumi che tutti, in misura più o meno importante,  ci portiamo dietro.

Innanzi tutto Ipnosi e PNL, ma anche Autoipnosi, DMOKA e Psych-K, e tecniche di psicologia energetica come  EFT e EFT Integrata, TAI. La libertà dai limiti e dai programmi limitanti del passato potrà allora aprirci per realizzare sempre di più il potenziale evolutivo di ogni archetipo.

FONTI

Carl Gustav Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo, ed Bollati Boringhieri

https://www.psicoterapiapsicologia.it/articoli-psicologia-psicoterapia/larchetipo-della-grande-madre-nella-psicologia-analitica-di-jung