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Come resistere alle tentazioni e abbandonare le cattive abitudini 1a Parte

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Per resistere alle tentazioni insane e smettere le cattive abitudini, la presenza o meno di autocontrollo è sicuramente un aspetto importante. Ma serve ben altro …

Sappiamo infatti che la nostra mente è composta da diverse parti. Freud  parlava di Io, (l’ego, o personalità, la parte da cui traiamo il senso di identità, il 3-5% della mente),  Es (mente istintiva, l’inconscio per intenderci, pari al 95-97%) e Super-io (controllore interno che giudica l’ego, sempre mediato dall’inconscio).

I conflitti tra i diversi bisogni e  desideri  di queste parti della mente possono  manifestarsi in ciò che appare come mancanza di autocontrollo. Se c’è molto conflitto infatti, nonostante la persona in certi momenti sia disposta a giurare sui suoi buoni propositi, l’inconscio prende poi il sopravvento, e si ricade nel comportamento disfunzionale che la mente razionale disapprova e desidera abbandonare…

Se la nostra mente conscia può infatti ragionare e riflettere, vedere le cose in prospettiva, rendersi conto delle conseguenze dei comportamenti insani  e decidere che certe scelte dannose vanno abbandonate, la parte  inconscia e “impulsiva” funziona in modo diverso e capisce solo il piacere immediato. Dato che è quasi 10 volte più forte, se l’inconscio non riceve quello che gli serve per cambiare (tema più specificamente trattato nella seconda parte dell’articolo) è in grado di spazzare via l’autocontrollo  piuttosto facilmente.

A proposito dell’ autocontrollo,  Walter Mischel, psicologo presso la Standorf University,  alla fine degli anni ’60  svolse un famoso esperimento sullo studio del comportamento, noto come  “il test del marshmallow” (dolcetto di zucchero). A  una cinquantina di  bambini di età compresa tra 3 e 6 anni, davanti a un marshmallow  si chiese di resistere almeno 15 minuti prima di servirsi: solo chi ci riusciva poteva avere una seconda razione. I bambini che furono capaci di aspettare, in grado cioè di procrastinare la soddisfazione immediata del desiderio (circa il 30%), dimostrarono, a controlli eseguiti a distanza di una ventina d’anni, di essere dei giovani più intelligenti, motivati e sicuri di sé di quelli che non avevano resistito. Quando i soggetti in esame raggiunsero l’età di 25-30 anni, risultò che i primi menzionati erano quelli che avevano meglio realizzato creatività, carriera e  in generale successo nella vita.

Cosa permette lo sviluppo di Autocontrollo?

Ma cosa aveva determinato quel risultato? Inizialmente si credette  che la tendenza ad avere autocontrollo fosse innata, ma approfondimenti seguenti dimostrarono che non era affatto così. Un successivo studio dell’Università di  Rochester  (New York),  con bimbi tra 3 e 5 anni di età organizzati in diversi gruppi, ha evidenziato come sia stato il comportamento del gruppo a influenzare  direttamente il valore che il bambino ha posto sull’autocontrollo. Ciò che motivava i bambini risultò essere la relazione con altri piccoli che si impegnavano allo stesso modo.

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Da ciò possiamo dedurre  che le forze sociali, e quindi le buone o cattive relazioni che intratteniamo nei primi anni, i più formativi della nostra vita, abbiano una diretta influenza sullo sviluppo dell’autodeterminazione. Possiamo quindi affermare che il modello fornito dai genitori, e quanto essi riescano a vivere e trasmettere senso di stabilità e fiducia (e ricordiamo che la comunicazione non verbale è il 93%), sono elementi  cruciali per favorire, o meno, lo sviluppo di forza di volontà e autocontrollo nel bambino.

Cosa favorisce l’Autocontrollo ?

Oltre 100 lavori scientifici hanno evidenziato un elemento molto interessante: è l’energia o meno che abbiamo a disposizione al momento a determinare l’ammontare  di autocontrollo su cui potremo contare. Si è visto, ad esempio, che quando si è stanchi  o stressati,  al supermercato si tende ad acquistare più cose.

Allo stesso modo, se una persona ha poca energia perché reduce da un lavoro impegnativo o un difficile confronto, successivamente sarà più predisposta ad acquistare o consumare  cibo insano. Possiamo quindi affermare che quando l’energia è bassa, nelle persone  prevale l’inconscio e il comportamento “istintivo” di gratificazione immediata,  piuttosto che quello “riflessivo” controllato dalla mente razionale.

Nelle condizioni di scarsa energia si propenderà anche, abbastanza ovviamente,  a scegliere  impegni a  breve termine piuttosto che  a lungo termine, un aspetto che di solito non è a favore del successo. Ecco che per disporre di autocontrollo è indispensabile  poter contare su una certa dose di energia, e solo così si può nutrire quella  “forza mentale” capace di farci realizzare le scelte più sane e sagge.

Da tutte queste ricerche emerge anche che, qualunque sia il livello di autocontrollo a disposizione, è sempre possibile migliorare. Mentre la maggior parte degli individui è convinta che “io sono fatto così” e quindi non sia possibile cambiare, la psicologia sperimentale e lo sviluppo personale ogni giorno di più affermano  il contrario. Quindi  anche se ci sentiamo da tempo scoraggiati e dipendenti da un sacco di cattive abitudini, se lo vogliamo è possibile lavorare sui nostri programmi limitanti e sviluppare abilità che sostengano la capacità di esercitare scelte migliori (un altro modo di dire autocontrollo).

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Per  Autocontrollo e Forza di volontà fai amicizia con l’inconscio …

E come possiamo migliorare il nostro autocontrollo alla luce delle recenti  ricerche in proposito? Vista la sproporzione delle forze in campo tra le diverse parti della mente, non sarà meglio  per prima cosa occuparsi della mente inconscia, quella che determina il nostro comportamento?

Se vogliamo stabilire una buona comunicazione con l’inconscio è innanzi tutto necessario comprendere che  la mente inconscia ha sempre un’intenzione positiva in ciò che fa per noi. E come potrebbe essere altrimenti, visto che il suo compito principale è garantire la nostra sopravvivenza e l’equilibrio migliore?

Per comprendere come questo sia possibile dobbiamo però  tenere ben presente che è necessario distinguere l’intenzione dalle modalità con cui essa si esprime. L’inconscio infatti si compone di infinite parti, quelle alla base della personalità sono sorte dal concepimento ai 7 anni, molte di esse in momenti di difficoltà, o in risposta a disfunzioni e buchi energetici della madre, del padre, e/o del sistema familiare.

Le parti restano congelate all’età che avevano quando sono state create. Perciò, proprio come un bambino, l’inconscio non si  rende conto delle conseguenze di quei comportamenti che possono essere nocivi, ma sono emersi come la scelta migliore possibile di quel particolare momento per farcela.

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Sappiamo che  scarsa affettività tra i genitori e verso i figli, rapporti familiari disfunzionali e/o violenti, mancanza di sostegno e apprezzamento nei primi anni di vita possono portare  a sviluppare “buchi”, insicurezza, scarsa autostima, una personalità che più facilmente può cadere preda di dipendenze e comportamenti insani. Se hai avuto un’infanzia difficile, benvenuto nel club… e ricorda questa citazione di Anthony Robbins: ”non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice.

Numerose sono infatti le tecniche che oggigiorno possono favorire l’integrazione dei traumi e il recupero dei particolari doni e talenti che sempre le difficoltà risvegliano in noi. Ad esempio, con EFT (che tra l’altro ha il vantaggio di poter essere facilmente imparata)  puoi depotenziare il  malessere, qualunque esso sia, parlando liberamente di tutto quello che pensi e senti mentre stimoli la sequenza dei punti.

DMOKA e Psych-K, hanno mostrato di essere strumenti particolarmente efficaci per elaborare  traumi e condizionamenti, e naturalmente  Ipnosi e PNL  sono strumenti d’elezione per favorire una riprogrammazione dell’inconscio. Quando l’inconscio riceve le informazioni che gli servono per funzionare meglio, acquisiamo sempre di più la capacità di vivere il presente, fare scelte più sane e scoprire quali doni e talenti le difficoltà passate hanno dischiuso per noi.

Nella seconda parte dell’articolo si parlerà di come trattare l’autosabotaggio e delle attitudini risultate più utili per migliorare autocontrollo  e forza di volontà.

FONTI

Strack e R. Deutsch: Reflective and Impulsive Determinants in Social Behaviors – www.semanticscholar.org

Mischel: The Marshmallow Test, ed. Hachett Book Group, USA

University  of  Rochester’s  Test:  https://www.youtube.com/watch?v=JsQMdECFnUQ