l-inconscio-la-fiaba-e-l-immaginazione-1

Tutto ciò che stimola l’immaginazione e la fantasia  parla all’inconscio ed è risaputo che le storie fantastiche, siano esse fiabe, favole, o miti, sono molto amate dai bambini, ma non solo. Vediamo un po’, è proprio il caso di dirlo, cosa c’è sotto …

Innanzitutto definiamo le differenze  tra fiaba, mito e favola. La fiaba ha origine in tradizioni popolari di stampo laico e utilizza lo strumento del magico e del fantastico.

Il mito viene dall’ elaborazione collettiva archetipica di certi temi da tempi ancestrali,  e insegna una lezione con un significato di solito spirituale. La favola, è invece un genere che cerca di veicolare simbolicamente (anche attraverso protagonisti animali o cose inanimate) una morale sociale.

‍Le fiabe sono caratterizzate da elementi fantastici, frasi o formule magiche, indeterminatezza riguardo a personaggi,  epoche e  luoghi, lieto fine.

L’origine delle fiabe è molto antica. Prima ancora dell’invenzione e della diffusione della scrittura, infatti, fiabe, miti, favole e leggende venivano trasmessi oralmente, spesso di generazione in generazione, andando a creare un vero e proprio patrimonio culturale collettivo dei popoli.

Alla loro base ritroviamo un forte utilizzo dell’immaginazione e del discorso diretto, così da stupire e catturare l’interesse, tutti elementi fondamentali per lo sviluppo di fantasia e abilità psicologiche.

L’Inconscio, la Fiaba e l’Immaginazione:  Il ruolo psicologico delle Fiabe

Dal punto di vista cognitivo le fiabe arricchiscano la conoscenza del bambino sul mondo esterno, così come sulle regole della vita sociale. Ascoltare queste storie stimola la percezione, l’attenzione, la memoria e il pensiero.

Possiamo affermare che la fiaba ricopre un importante ruolo psicologico nel processo di crescita del bambino, perché, coinvolgendolo, promuove sia lo sviluppo cognitivo, che quello emotivo.

l-inconscio-la-fiaba-e-l-immaginazione-2

Le fiabe contribuiscono infatti allo sviluppo emotivo dei bambini: parlando il linguaggio della fantasia, dando voce ai loro conflitti inconsci, e arrivando sempre a una soluzione li aiuta ad affrontare diverse tematiche riguardanti sentimenti ed emozioni, e a sentirsi rassicurati.

L’Inconscio, la Fiaba e l’Immaginazione: dare voce all’Inconscio e rassicurare

La fiaba permette l’esteriorizzazione dei conflitti inconsci, dando ad essi una forma simbolica. Attraverso l’identificazione con i personaggi principali, il bambino riesce a trovare soluzioni a dilemmi profondi, senza che vi sia un riferimento esplicito a ciò che sia giusto o sbagliato fare.

Adeguandosi poi al pensiero infantile ancora in fase di sviluppo, la fiaba utilizza un linguaggio basato su un pensiero intuitivo, egocentrico e magico.

Il bambino presenta un Io ancora in formazione, che fatica a dominare le emozioni che lo attraversano. Per  imparare a gestirle cerca di esteriorizzare i propri contenuti inconsci, ad esempio attraverso il gioco, mettendo così in scena emozioni e sentimenti.

A causa della sua immaturità, il bambino non è ancora in grado di dare un senso ai propri processi interiori, questo può essere facilitato grazie all’utilizzo della fiaba e del racconto  fantastico, specie se l’adulto è presente per chiarire i dubbi e aiutare nella comprensione del senso.

E’ risaputo che quando un bambino trova la sua fiaba preferita, chiede ogni volta quella con tutti i dettagli, come se la ascoltasse sempre per la prima volta. Anche se per molti genitori questo può risultare noioso, per il bambino questo rappresenta un “rituale” che in realtà è molto importante.

La ripetizione, infatti, se da un lato offre al bambino un tempo di riflessione, permettendogli di trovare soluzioni ai problemi che la fiaba gli offre a livello sottile, dall’altro gli dà la possibilità di rilassarsi. Infatti, dato che il piccolo conosce ogni particolare, si crea uno spazio caratterizzato da mancanza di sorprese, in grado di trasmettergli tranquillità e rassicurazione.

L’Inconscio, la Fiaba e l’Immaginazione:  imparare ad accettare i sentimenti negativi

Secondo il pediatra e psicoanalista inglese Winnicott, le fiabe “funzionano” proprio perché fanno presa su qualcosa che fa paura e può essere anche inaccettabile, ma è vero . Un esempio è rappresentato dall’odio verso la matrigna cattiva, personaggio presente in molte fiabe, come ad esempio in “Biancaneve e i sette nani” o in “Cenerentola”.

Alcune emozioni che possono essere viste come “inaccettabili”, come il provare anche sentimenti negativi intensi per la propria madre, trovano un canale di espressione trasferendosi in miti universalmente accettabili. La madre naturale e la matrigna rappresentano nell’immaginario i due poli opposti: la madre buona e quella cattiva.

Questa scissione corrisponde al modo in cui, quando si è piccoli, viene percepito il mondo, ossia per estremi molto netti: buono e cattivo, bianco e nero, ecc… E’ difficile  per molti pensare che un bambino possa odiare la propria madre e non soltanto amarla.

La verità è che, se la madre svolge bene il suo ruolo e perciò ogni tanto dice dei no, rifiutandosi di compiacere tutte le richieste del bambino, sarà necessariamente per lui anche fonte di irritazione e frustrazione.

Tocca a madri e padri aiutare il bambino a confrontarsi col senso della realtà e delle cose della vita, e spesso questo è in contrasto con ciò che il piccolo vuole e desidera fare.

Con il tempo il bambino impara ad accettare la presenza di sentimenti di odio e amore verso una stessa persona e i sensi di colpa conseguenti come parte del suo processo di crescita e maturazione.

L’Inconscio, la Fiaba e l’Immaginazione: il fascino della Fiaba nell’adulto e il Cinema

l-inconscio-la-fiaba-e-l-immaginazione-3

Pinocchio

Che cos’è il Cinema se non la trasposizione sullo schermo di immaginazione e fantasia, con la maggiore larghezza di mezzi dell’adulto rispetto al sogno ad occhi aperti del bambino?

Sottolineiamo  che per il bambino, la cui mente è ancora in formazione,  è altamente sconsigliato seguire  d’abitudine  unicamente la rappresentazione visiva di fiabe e storie fantastiche (i famosi “cartoni” così “comodi” per tenere calmi i bambini davanti alla tv), sono diversi gli psichiatri che lo dichiarano.

Per esempio secondo lo psicanalista Bruno Bettelheim, autore di “Il mondo incantato – uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe”, guardare unicamente la realizzazione visiva di fiabe e storie (sottoforma di film o animazione) limita l’immaginazione del bambino. All’atto esclusivo di ascoltare il racconto egli ha invece la possibilità di costruire personaggi e ambientazioni attraverso il solo ausilio della sua fantasia.

Per quanto riguarda la mente dell’adulto, possiamo affermare che il Cinema assume il compito di veicolare e rappresentare gli stessi argomenti archetipici da sempre trasmessi dalle fiabe, in una forma nuova, con grande utilizzo di tecnologia, ma con uno stesso significato e fine di un tempo.

In fondo la fiaba e la favola utilizzano quello stesso elemento magico e fantastico di cui alle volte il Cinema si serve per mettere in scena una rappresentazione onirica della realtà.

Nel Cinema di oggigiorno la fiaba si esprime in diverse sfumature, a seconda dello stile autoriale: dalla storia dark di Guillermo del Toro e Tim Burton, alla favola reale di Paul Thomas Anderson e Damien Chazelle; all’anti-narrativa della Nuova Hollywood o dei fratelli (ora sorelle …) Coen, dalle epopee a lieto fine di Steven Spielberg e dell’Hollywood classica.

L’Inconscio, la Fiaba e l’Immaginazione: affrontare le sfide della vita

Le fiabe spiegano che solo affrontando  e superando le sfide della vita si potrà arrivare alla propria indipendenza e realizzazione, così come l’eroe ottiene la sua felicità dopo aver superato le battaglie e gli ostacoli che si presentano lungo il suo cammino.

Le storie di tanti film seguono questo stesso copione, ed è risaputo che la maggioranza delle persone preferiscono i film a lieto fine. Quel bimbo che vive dentro ogni adulto, anche se l’età avanza, continua ad amare di essere intrattenuto, guidato e rassicurato.

l-inconscio-la-fiaba-e-l-immaginazione-4

Cenerentola in una versione cinematografica

Forse per la stessa ragione sono così popolari i film cosiddetti Horror: si può fronteggiare il terrorizzante e provare paura, e quindi  esorcizzarlo,  restando nello spazio protetto della sala cinematografica o della propria casa.

Dice Bettelheim: “Affacciarsi al mondo dell’inconscio è importante a qualsiasi età: è infatti lui il maggior responsabile dei nostri comportamenti, soprattutto quando per tanto tempo gli abbiamo negato l’accesso e si è visto costretto a trovare nuove strade alternative per potersi far conoscere”.
E’ per questo forse che non smettiamo mai nel nostro percorso di vita, che ne siamo consapevoli o meno, di cercare storie che ci ispirino e ci rassicurino. E qualunque sia il problema percepito, è importante tenere a mente che “non è mai per la ragione che sembra” (da Un Corso in Miracoli).

E’ ciò che non è risolto nel nostro passato infatti a creare in noi l’interpretazione dell’ evento che rispecchia il problema, così da poter vedere rappresentato ciò che stava nell’inconscio, riconoscerlo e poter andare oltre.

Particolarmente prezioso perciò l’apporto delle tecniche che lavorano direttamente con l’inconscio, la parte profonda che detiene la chiave per il cambiamento.

Citandone solo alcune: Ipnosi e PNL, Autoipnosi  e Psych K per riprogrammare la mente, DMOKA per elaborare il trauma e favorire il nuovo, EFT, EFT-I e TAI  per sciogliere il malessere, anche in autonomia.

Se togliamo quello che non siamo, proprio come in una fiaba possiamo scoprire che siamo liberati dal maleficio che ci manteneva nella sofferenza dell’illusione e  quello che siamo veramente, che è sempre stato lì, finalmente appare

FONTI

https://www.unobravo.com/post/un-viaggio-nel-nostro-mondo-interiore-la-fiaba

https://artesettima.it/2022/03/11/il-significato-psicologico-delle-fiabe-secondo-bettlheim/

Bruno Bettelheim, Il mondo incantato – uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, ed.  IBS