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Procrastinare è un disagio dei nostri tempi sempre più comune.

Questo termine si riferisce all’atto di spostare a un indefinito futuro la risoluzione di problemi urgenti, e/o sostituire attività che sarebbero prioritarie e importanti con compiti secondari più piacevoli o  meno rilevanti.

Procrastinazione come abitudine

Anche se di solito ci si “specializza” a procrastinare in certe aree della propria professione o della propria giornata, capita che questo modus operandi  in alcuni diventi così radicato da coinvolgere spazi sempre più vasti dell’esistenza. Ci si ritrova quindi l’abitudine di  rimandare l’inizio, la prosecuzione o il completamento di numerose attività.

Sapevi che le persone con la tendenza a procrastinare risultano essere le più creative? A patto di non esagerare però … Lo afferma Adam Grant, psicologo alla Wharton Business School dell’Università della Pennsylvania, autore di un saggio in cui esamina i comportamenti comuni dei pensatori più visionari di sempre.

Se il problema della procrastinazione è esteso, può influenzare le nostre capacità di  realizzarci nello studio,  nella carriera, e anche nella creazione di legami affettivi stabili. Questo comportamento di solito genera ansia, ha un influsso molto negativo sull’autostima e può far insorgere problemi sul lavoro e nella vita di relazione.

Procrastinare la gestione di compiti e attività importanti certo interferisce con la produttività personale, ci impedisce di metterci maggiormente in gioco e magari di affrontare  sfide che potrebbero espandere le nostre aree di espressione, e di raggiungere quindi la piena realizzazione di aspirazioni e desideri.

Anche questo comportamento è ovviamente gestito dall’inconscio. Ecco perché anche se la voce della ragione si fa sentire, non può raggiungere la forza necessaria per cambiare questo comportamento. Ricordiamo che la razionalità e la volontà sono appannaggio della mente conscia, che corrisponde al 3% , a fronte del 97% inconscio

quindi è soltanto comprendendo meglio le ragioni dell’inconscio, e gestendo  la parte emozionale nascosta che si può cambiare.. Il primo passo è perciò comprendere meglio come mai sviluppiamo questo comportamento.

Procrastinare per paura del cambiamento

Paura e procrastinazione sono spesso strettamente connesse. Che si tratti di affrontare un compito che si teme di non saper gestire, vivere l’incertezza e i possibili rifiuti nel cercare un nuovo lavoro, conoscere persone nuove con tutte le incognite del caso, avviare attività importanti da cui possono dipendere cambiamenti che ci porteranno a nuove sfide … quando si è spaventati da ciò che ci porta fuori dalla nostra zona comoda si troveranno sempre decine di scuse plausibili per rimandare ciò che si vorrebbe o si dovrebbe fare.

La procrastinazione dettata dalla paura ci porta a bloccarci, perderci in comportamenti che corrispondono a un autosabotaggio, e a incontrare forti resistenze se ci sforziamo per uscire da questo stato di cose.

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E’ utile ricordare che tutti veniamo al mondo forniti delle risorse che ci servono per affrontare  le sfide della nostra vita. Gli eventi difficili e traumatici della nostra storia personale possono disorganizzare le risorse interiori e portarci a sviluppare un senso di identità carente e pieno di limitazioni. Nel percepirci incapaci, bloccati e senza risorse ci sono sempre “vecchie” emozioni che si collegano a vissuti dolorosi del passato non risolti.

Si genera allora in noi un  conflitto tra la parte del presente che desidera  espandere il nostro campo di espressione e  una parte del passato che teme le sfide e  vuole tenerci al sicuro nella zona comoda, e di volta in volta può presentarsi come pigra e rinunciataria, o priva di interessi, timorosa di fare brutte figure, demotivata ancora prima di cominciare, troppo stanca e  bisognosa di riprendersi …

Procrastinazione per paura di insuccesso/successo

Un altro tema che il procrastinatore cronico conosce bene è la paura dell’insuccesso: rimandare all’infinito le cose che dovrebbe o vorrebbe fare per timore di fallire. Meglio continuare a tergiversare e  spostare sempre più in là il confronto con certi impegni piuttosto che rischiare un insuccesso.

Ma anche la paura del successo è un classico:  meglio non rischiare di avere  successo se ad esempio si  sente di non meritarlo, o si teme che avere successo equivalga a esporci a più rischi di quanto pensiamo di  saper gestire: di esporsi, di venire giudicati, di non farcela a gestire la tensione di nuove mansioni, di scontentare persone care, di brillare troppo rispetto a un familiare che non è talentuoso come noi. .

Tutto questo può portare a vivere l’eventuale successo con forte ansia e stress, prima ancora di cominciare … Meglio quindi procrastinare e rimandare  la decisione che può portarci ad affrontare la sfida che temiamo di vincere, e magari lasciar scadere i termini per domande, concorsi, ecc… Anche questo è naturalmente  una decisione che comporta conseguenze e responsabilità.

Non c’è modo di uscirne:  anche procrastinare infatti è comunque una scelta. È importante tener presente che raramente rimandare è una buona soluzione ai problemi, quanto piuttosto un rifugio illusorio per chi sceglie di soggiacere alla paura, o non comprende l’importanza di affrontare le opportunità della vita.

 Il tratti del procrastinatore

Un’altra ragione che può condurre a diventare procrastinatori è il perfezionismo: se non riesce a fare ciò che deve  in maniera perfetta  questa persona non si sente in grado di affrontare la cosa; il guaio è che questi individui non si sentono mai abbastanza pronti o sufficientemente sicuri delle proprie capacità o competenze.

Oppure procrastinare potrebbe diventare un modo di sopravvivere e tirare avanti se c’è la tendenza a caricarsi di una mole eccessiva di impegni. Stai creando troppo stress nella tua vita perché una parte di te ha tanto bisogno di dimostrare quanto vale e si/ti carica eccessivamente di compiti e progetti da seguire e realizzare?

Esiste anche un procrastinatore che ha bisogno di stress per motivarsi; in inglese c’è il termine arousal  per definire quel tipo di attenzione-eccitamento che permette a questo tipo di persone di impegnarsi solo quando hanno “l’acqua alla gola” e non possono proprio più sottrarsi al compito da svolgere.

Naturalmente può succedere a tutti di tralasciare saltuariamente compiti che sono da svolgere, per stanchezza o altre priorità imprescindibili del momento. C’è invece chi rimanda d’abitudine qualsiasi impegno o scadenza.  In questo caso abbiamo a che fare con uno schema ben preciso.

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Chi procrastina d’abitudine mette in atto una forma di evitamento  nel tentativo  di non entrare in contatto con insicurezze, paure e limiti. Così facendo  cerca di allontanare il confronto con una serie di preoccupazioni e  con le emozioni che ne derivano.

Questo tratto può condurre a diventare  procrastinatori cronici: questa persona sa che ci sono urgenze da sbrigare, dalle quali magari dipende  la sicurezza economica, il lavoro o la carriera … ma sceglie invece di tenersi occupato con compiti secondari, o peggio di  fuggire in ciò che costituisce un piacere momentaneo, per un tempo imprecisato, con tutte le conseguenze che questo comporta.

Smettere di procrastinare con EFT

La tecnica di psicologia energetica,  EFT (acronimo inglese che tradotto in italiano significa tecniche di libertà emotiva) può fornire un efficace strumento di auto aiuto per lavorare in autonomia, oltre che su qualsiasi problema, nel superamento della coazione a procrastinare. Si tratta di stimolare con i polpastrelli una sequenza di punti di agopuntura facilmente reperibili, mentre si descrive (se possibile meglio a voce alta) il problema, così come viene percepito, e tutto ciò che insorge nella coscienza man mano che si procede: pensieri, emozioni, ricordi, sensazioni ecc..

Aiuta fare prima una lista delle varie tematiche che bloccano l’azione. In questo caso potrebbe essere: rimando sempre quello che devo fare perché non ho abbastanza fiducia in me stesso – ho paura di sbagliare – ho paura di fallire – non mi sento abbastanza capace – non ho proprio voglia di impegnarmi – mamma (o papà) mi diceva sempre che non valevo niente –  … ecc.

Stimolare la sequenza dei punti mentre si parla liberamente di come si percepisce il problema, porta magicamente  lo stress a ridursi e si traduce in più energia a disposizione.

Questo favorisce lo sblocco energetico; con più energia disponibile nel sistema mente/corpo l’intensità del problema di partenza si riduce, e  se riusciamo a cogliere tutte le varie implicazioni sottostanti, può arrivare a dissolversi. Una volta che gli aspetti sottostanti all’abitudine a rimandare abbiano così ricevuto riconoscimento e sostegno, allora può essere utile utilizzare

7 strategie per uscire dalla procrastinazione:

1.Non soffermarti sui pensieri e inizia ad agire: Pensare ad un impegno invece che affrontarlo spesso non fa altro che ingigantirlo. Ogni giorno che pensi e non agisci, nella tua mente l’impegno continua a crescere, fino a diventare impossibile da affrontare. Se ci sono pensieri negativi, tipo “non ce la posso fare” trattali con EFT, e poi scegli di agire. Iniziando a occuparci dei nostri compiti potremmo scoprire che è più facile di quanto pensavamo …

2.Concentrati sul primo passo e dedicati a una cosa per volta: Se la mole di lavoro da fare ti sovrasta e ti getta nello sconforto scomporre il grande compito in piccoli pezzi e gestirli uno dopo l’altro ti aiuterà. Ben presto la parte risolta sarà un incoraggiamento a continuare. Quando riusciamo a superare l’inerzia iniziale, tutto scorre più facilmente. A questo punto non ci resta che andare al passo successivo e a quello successivo ancora…

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3.Parla al bambino interiore per sostenerlo e motivarlo: la parte che “non ha voglia” e che se ne frega delle responsabilità è sempre “piccola”. Più abbiamo subito e sofferto da piccoli, più abbiamo dovuto soggiacere a un’autorità a cui non riconoscevamo nessun valore, più adesso questa parte del nostro bambino interiore è ribelle e menefreghista.

E’solo comprendendo, amando e imparando a motivare questa parte perché ci aiuti, che potremo recuperare il nostro spazio di “adulti” che possono scegliere di impegnarsi anche senza averne voglia. Accogli e incoraggia invece di giudicare, tieni sempre presente come ti sentirai una volta che ti sarai liberato dalle varie incombenze, organizza dei piccoli premi per onorare ogni successo.

4.Fare prima le cose difficili o spiacevoli: invece di sottrarsi, prendere subito “il toro per le corna” . Una volta affrontate le attività difficili ci si sentirà molto meglio, la nostra autostima si rafforzerà e ci renderà più facile occuparci anche del resto. Ogni volta che si passa all’azione e si supera l’inerzia aiutiamo la formazione nel cervello di nuovi circuiti neuronali che nel tempo supporteranno questo nuovo comportamento.

5.Riconosci le paure e affrontale: Vivere equivale a rischiare. Cercare di tenersi al riparo dai rischi che vivere comporta necessariamente bloccherà la nostra energia e perciò anche la nostra possibilità di fiorire, condividere e sentirci bene. Fai una lista delle tue paure e trattale una per volta con EFT, finché non si riducono al punto che puoi affrontarle. Il coraggio è appunto questo, nonostante la paura andare avanti.

6.Rimuovi le macerie: Se non hai ancora capito bene chi sei e cosa vuoi dalla vita e per questo non riesci a prendere decisioni relative allo studio, alla scelta lavorativa, alla creazione di legami affettivi stabili, di solito l’unica ragione è perché ci sono ancora troppe macerie del passato che bloccano l’energia e non ti consentono di andare avanti. Ipnosi, PNL, Autoipnosi, DMOKA e Psych-K possono aiutarti a ricodificare gli eventi della tua storia personale che ancora ti bloccano. Togliendo quello che non sei, quello che sei è già lì.

7.Non lasciare questioni aperte: Molto dello stress presente nelle nostre vite è legato alle questioni non risolte. Anche se vogliamo non pensarci, i problemi irrisolti continuano a succhiare la nostra energia mentale e fisica. Meglio scegliere di affrontare le questioni in sospeso, e completare tutto ciò che ancora aspetta. Trasforma l’impegno in meditazione: mantenere lì la mente e l’attenzione invece di pensare a quanto ancora manca per finire è molto utile, e aiuta a sviluppare presenza e consapevolezza.

Portare a termine anche attività che giudichiamo noiose e problematiche ci aiuterà notevolmente a ridurre lo stress e ci consentirà di liberare energie utili per vivere altre esperienze e sentirci bene.

FONTI

http://www.efficacemente.com/2010/05/procrastinare-perche-lo-facciamo-e-come-smettere/

https://www.focus.it/comportamento/psicologia/come-smettere-di-procrastinare-in-7-passi

Adam Grant, Originals: How Non-Conformists Move the World, Viking ed.

Annalisa Faliva, Autoipnosi per vincere il dolore, ed. LSWR