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André Agassi in Open, la sua biografia, dice: “Se insegui la perfezione, se fai della perfezione l’obiettivo ultimo, sai che succede? Insegui qualcosa che non esiste.

Rendi infelici tutte le persone intorno a te. Rendi infelice te stesso. La perfezione? Saranno sì e no cinque in un anno le volte che ti svegli perfetto, le volte che non puoi perdere con nessuno, ma non sono quelle cinque volte che fanno un tennista. O un essere umano.”

Che cosa ci spinge a essere perfezionisti, in realtà? A cosa stiamo cercando di sfuggire: alla vergogna di venire messi dietro la lavagna quando andavamo male a scuola, alle critiche di mamma e/o papà, al profondo disagio davanti al giudizio? Spesso si adotta il perfezionismo nel tentativo di sfuggire l’inadeguatezza o  per salvaguardarsi da  ogni possibile critica. O forse si è ancora presi nella trappola di compiacere un genitore che non riteneva mai abbastanza i nostri sforzi perché a sua volta preda del perfezionismo …

Il perfezionismo è comunque uno schema nevrotico che ci porta a creare stress, inibire l’accesso al nostro cuore, allontanarci dalla qualità dell’umiltà e farci sentire al di sopra degli altri.

In ultima analisi può chiuderci alla possibilità di migliorare e di accedere alle doti più profonde della nostra umanità: essere compassionevoli con noi stessi e perciò anche con gli altri, poter accettare che siamo tutti fallibili, vulnerabili e imperfetti, e potere, anche per questo, stabilire in modo sano e realistico il senso nel nostro limite.

Il Perfezionismo e i condizionamenti

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Brené Brown

Brené Brown, docente di Scienze Sociali all’Università di Houston (Texas) ha condotto una ricerca sul  perfezionismo, che è confluita nell’opera “I doni dell’imperfezione. Abbandona chi credi di dover essere e abbraccia chi sei davvero”. Già il titolo indica molti degli aspetti sottostanti a questo modello di comportamento.

Gran parte dell’educazione riguarda purtroppo il “mito” dell’infallibilità: la convinzione che sia possibile sforzandosi e applicandosi opportunamente, essere salvi dal pericolo di sbagliare. Questa convinzione errata e irrealistica spesso degenera nel retaggio culturale che per farcela sia necessario essere sempre vincenti e mai  deboli e fragili.

Peccato che questo comportamento sia molto insano, perché costringe l’inconscio a nascondere la verità delle cose: così come a volte siamo capaci, autosufficienti, centrati e coraggiosi,  necessariamente altre volte siamo invece imperfetti, spaventati, vulnerabili e bisognosi.

La consapevolezza che è normale oscillare tra forza e debolezza, è appannaggio, afferma Brené Brown, delle persone che sono capaci di dare amore a se stessi e vivere in modo pieno. Per riuscirci e abbracciare la propria vulnerabilità è  necessario rinunciare al perfezionismo: se vogliamo essere noi stessi non dobbiamo temere di essere anche fragili, bisognosi, impauriti.

Ma non è così che vogliamo sentirci. Vogliamo essere sempre forti, determinati, disciplinati, efficaci, pieni di forza di volontàcapacità. Abbiamo così tanti obiettivi da raggiungere, e pensiamo che fragilità,  paura,  dubbi e incertezze siano solo di impedimento …  Così, spesso cerchiamo di nascondere, o ancora meglio, di buttare via tutto quello che ci rende deboli e sofferenti

Il nostro potenziale è nell’Ombra

Già… ma così facendo rifiutiamo anche qualcosa di molto prezioso: una grande parte di noi che può guidarci a risanare le ferite del passato, crescere e diventare più saggi e “interi”. Non dimentichiamo che abbiamo sempre a che fare con quello che Jung ha definito l’Ombra, la parte negata di noi stessi che è nell’inconscio; il nostro potenziale è lì.

E inoltre il principio della creazione si basa sulle forze della polarità: il + infatti può esserci solo perché esiste il – così come bene e male, luce e buio, forza e debolezza ecc. tutte le coppie della danza delle energie yin e yang che è necessario imparare ad integrare per  crescere, evolvere e … vivere …

C’è una crepa in ogni cosa. È da lì che entra la luce, scrive e canta in Anthem Leonard Cohen, mostrando di aver ben capito come stanno le cose...

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Brené indica dieci linee guida che, partendo dalla presa di coscienza della nostra vulnerabilità, ci aiutino a liberarci dai condizionamenti che dal passato ci ostacolano e ci costringono in rigidi schemi, come il perfezionismo, che negano la realtà:

10 Attitudini per liberarci dai Condizionamenti e dal Perfezionismo

1.Spazio all’autenticità: se vogliamo avere accesso a ciò che siamo veramente è necessario essere autentici e lasciarsi alle spalle ciò che pensano gli altri.

2. Coltiviamo accettazione e compassione per noi stessi: riconosciamo che il perfezionismo è un programma nevrotico, ritorniamo al presente e lasciamolo andare. Potremo sempre fare del nostro meglio, e accettare che anche questo può cambiare a seconda dell’energia che abbiamo a disposizione giorno per giorno.

3. Coltiviamo la resilienza e diamo spazio al cuore: possiamo allora affrontare e superare le difficoltà della vita, imparando ad accettare  anche le emozioni difficili e dolorose. Nessuno ha voglia di sentire dolore, vergogna, disagio, e perciò la nostra tendenza è negare  o sfuggire  questo tipo di emozioni. Il punto è che se neghiamo le emozioni “negative”, non avremo più pieno accesso nemmeno  a quelle positive

4.Implementiamo gioia e gratitudine: le qualità alla base del benessere. Se vogliamo che questo sia possibile dobbiamo permettere e accettare anche la vulnerabilità e la paura. 

5. Affidiamoci all’intuito e all’avere fede: non necessariamente in un Dio, ma innanzi tutto nella nostra voce  interiore. Il più delle volte, oppressi dalla necessità di certezze, perdiamo la capacità di ascoltare la voce interiore. Se vogliamo libero accesso al canale dell’intuito è necessario fare spazio all’incertezza e alla fiducia nel nostro istinto, e nel collegamento con qualcosa di profondo in noi, che può guidarci.

6. Diamo spazio alla creatività:  non si tratta di essere grandi artisti. Ognuno di noi è un essere unico e la creatività è una dote naturale che appartiene a tutti, è il nostro modo di lasciare la nostra impronta  nel mondo.

Se smettiamo il confronto  con gli altri, possiamo scoprire le nostre doti naturali: cucinare, lavorare a maglia, fare fotografie, dipingere, decorare casa, ballare, cantare, curare fiori, bambini o animali, dare conforto alle persone, ascoltare dal cuore … Basta fare uno spazio, anche piccolo, per tutto ciò che può permetterci di esprimerci con passione e autenticità.

7. Spazio a gioco e riposo: è fondamentale ritagliarsi spazi per  fare cose per  puro piacere in modo spontaneo, senza programmi, senza aspettative sui risultati.  E imparare a riposare in modo adeguato ai propri bisogni.

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8.Coltiviamo calma e quiete: per lasciarsi alle spalle l’ansia come stile di vita è necessario portare consapevolezza a ciò che accade dentro di noi e uscire dagli automatismi. La meditazione aiuta. La quiete (come l’ansia) è contagiosa,  se la pratichiamo si espande tutto intorno a noi.

9.Coltiviamo i  nostri talenti: ognuno di noi ha doni, capacità e sensibilità che sono soltanto suoi. Scoprirli e trovare il modo di esprimerli può farci sentire contenti e appagati, laddove invece se li trascuriamo ci sentiamo vuoti, frustrati, pieni di risentimento e paura.

10.  Spazio a pratiche divertenti e liberatorie: mettiamo da parte il controllo e facciamo spazio nella nostra vita a risate, movimento, musica e ballo. E se ci sentiamo goffi e imbarazzati questa è una ragione in più per farlo, assicura Brené Brown …

Brown ha messo insieme queste osservazioni  dopo aver  raccolto le testimonianze di  persone che si reputano felici e fortunate e ricercato i tratti in comune. Ne emerge che questi individui accettano le proprie imperfezioni e vulnerabilità, e si sentono degni di essere amati così come sono.

Non si vergognano di avere dei difetti, né soccombono di fronte ai giudizi, perché accettano che è normale avere a che fare con limiti e oscurità interiore. Sono persone consapevoli che il sè ideale è dettato dai condizionamenti e dalle aspettative, e scelgono perciò di sostenere e amare  il loro sè reale; questo permette loro di essere più autentiche e libere, e di non cadere nelle trappole  insane del perfezionismo.

Risulta strano che siano proprio queste persone ad avere vite appaganti piene di soddisfazione, amore e  relazioni umane nutrienti? E se siamo ancora preda del perfezionismo, forse è tempo di rendersi conto che causa dolore  e possiamo imparare a cambiare, sapere che possiamo sempre scegliere di fare del nostro meglio, e sentire che è abbastanza.

E naturalmente, se i condizionamenti che ci disturbano sono difficili da abbandonare,  possiamo utilizzare tecniche che ci aiutino a liberararcene, come Ipnosi, PNL, DMOKA, PSYCH K,  EFT ecc. per  essere sempre più liberi di vivere il presente e sviluppare nuove convinzioni più adatte alla persona che vogliamo essere oggi.

FONTI

https://www.cambioprospettiva.it/blog/libroterapia-brene-brown/

https://www.mywayblog.it/doni-imperfezione/

Brené Brown, I doni dell’imperfezione. Abbandona chi credi di dover essere e abbraccia chi sei davvero, ed. Ultra

André Agassi, Open, ed. Einaudi