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Difficile non trovarsi alle prese, in una o più  aree della nostra vita, con qualche “blocco”. Metto la parola tra virgolette perché questo termine non si riferisce in realtà a una colata di cemento, o a un muro di mattoni …

Quindi per prima cosa è utile precisare che quando parliamo di “blocco” nella nostra vita,  non abbiamo a che fare con qualcosa di materiale che effettivamente ostruisce il cammino, ma con  un “processo”, e questo è molto diverso! Un blocco di cemento è una cosa solida e definita, mentre un processo non è un oggetto, ma un flusso in divenire sul quale possiamo intervenire per favorirne la trasformazione, se sappiamo come fare.

Che cos’è un “blocco” ?

Di solito avvertiamo un “blocco” quando ci accingiamo ad affrontare qualcosa di nuovo,o a concepire un’idea o un progetto che ci costringerà a uscire dalla nostra “zona comoda”, il “recinto” del conosciuto in cui ci sentiamo a nostro agio.

Un impulso, o un progetto ci spinge a uscire dalle nostre sicurezze e allora può manifestarsi una voce interiore che dice “non ce la puoi fare/fallirai e farai una figuraccia, perché non lasci perdere e stai sul sicuro?”. Oppure ciò che ci scoraggia potrebbe essere una sensazione di pericolo, o una visione di “catastrofe” incombente. Il  “blocco” consiste appunto in questo conflitto: una parte spinge per espandersi e un’altra ha paura, teme il fallimento e perciò crea opposizione.

L’origine dei “blocchi”

Cerchiamo innanzi tutto di capire da dove deriva questa esperienza interiore che chiamiamo “blocco”, e che in realtà è legata a una serie di pensieri negativi. Visto che ci sono persone che di fronte alle sfide della vita si “buttano” e si mostrano fiduciosi nelle loro risorse, cosa fa sì che altre invece siano timorose e titubanti?

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Infanzia  e adolescenza sono periodi fondamentali per sviluppare un senso di identità  dove prevalga la fiducia in sè o l’insicurezza. Se non ci siamo sentiti abbastanza amati e considerati e/o abbiamo vissuto traumi fisici o psicologici, la scarsa autostima e la sfiducia nelle nostre capacità sono di solito prevalenti e ci predispongono a sentirci “in pericolo” e perciò bloccati di fronte alle nuove sfide che la vita ci propone.

Anche le inibizioni, sentirsi cioè bloccati nel comportamento in particolari circostanze, sono sempre dovute a condizionamenti riconducibili all’infanzia dove un’educazione eccessivamente rigida o repressiva imponeva una serie di regole e divieti.

Convinzioni limitanti e “blocchi”

Esperienze di sofferenza emotiva e insicurezza negli anni più formativi conducono a sviluppare convinzioni limitanti su noi stessi, che si traducono in impedimenti a sperimentare nuove esperienze e progredire. Da bambini, senza accorgercene, veniamo fortemente condizionati da quello che pensano di noi i genitori e altri educatori. Se le voci prevalenti che sentiamo in quegli anni sono denigratorie e svalutanti,  ci convinciamo di non essere all’altezza, di non essere capaci, di non valere abbastanza.

Questo ovviamente genera una serie di blocchi ad agire, che a volte si manifestano come veri e propri autosabotaggi. In realtà l’inconscio, che segue le convinzioni limitanti che ha interiorizzato, sta cercando di proteggerci da esperienze che possono causarci dolore ed esporci alla “vergogna” del fallimento.

Una parte del condizionamento ricevuto potrebbe essere che non è permesso sbagliare e che “si deve fare sempre tutto giusto”. Di conseguenza la paura di sbagliare e il non sentirsi mai abbastanza preparati per poter fare “tutto giusto” anche in presenza di esperienze nuove, può bloccarci ancor prima di iniziare. Allora ci diciamo che per agire forse è meglio aspettare quando ne sapremo di più e saremo veramente pronti (ma poi non ci sentiamo mai così …), oppure che le condizioni cambino dall’esterno…

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Blocchi Mentali e Dialogo Interiore

Che ce ne rendiamo conto o no, ci sono sempre commenti che vanno avanti nella nostra testa, una sorta di dialogo interiore. Freud affermava: “ Tutte le nostre esperienze sono l’effetto esteriore del nostro dialogo interiore…”.  Dialogando con noi stessi su ciò che percepiamo e su ciò che crediamo  stia succedendo  creiamo la nostra realtà. Spesso questo aspetto della mente assume toni aggressivi e ci critica, ci ricorda continuamente  “errori” che abbiamo fatto o comportamenti che dovremmo o non dovremmo  avere.

I condizionamenti che abbiamo interiorizzato, la nostra reazione a quest’ultimi e le convinzioni inconsce che ne sono derivate, portano a un dialogo interiore in gran parte negativo; è rilevante come  le ricerche in proposito indichino una prevalenza negativa di oltre il 70% … Se teniamo conto che conviviamo con questo stato, che corrisponde a una vera e propria autoipnosi che ci affossa tutti i giorni da molti anni, possiamo renderci conto che si tratta di una vera e propria  programmazione all’insuccesso. Questo aspetto della mente risulta essere il principale responsabile dei blocchi mentali e emozionali che ci affliggono.

La Generalizzazione e il “blocco”

Quando viviamo una situazione, la nostra mente ha un programma per risparmiare energie e tempo:   in modo automatico compie un processo di generalizzazione che ci permette di semplificare i concetti. Un paio di esempi di generalizzazioni molto comuni: alcune donne guidano male l’auto = tutte le donne sono un pericolo al volante; oppure: una persona mi ha imbrogliato = non ci si può fidare di nessuno.

Questo meccanismo di generalizzazione, utilissimo strumento dell’evoluzione che evita alla nostra mente di dover compiere ogni momento complicati processi cognitivi, allo stesso tempo può portare a semplificazioni che possono risultare sbagliate e negative. Se una nuova esperienza si è rivelata un fallimento, la generalizzazione può essere che ogni esperienza nuova ci metterà in difficoltà, e  sarà causa di cocenti disillusioni. Così per  proteggerci dal possibile fallimento, e dal dolore che ne consegue, l’inconscio ci blocca prima.

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Che possiamo fare per “sbloccare” la situazione?

A volte siamo così catturati dai “blocchi” dal non sentirci più padroni della nostra vita, e vorremmo poter riprenderla in mano. In realtà abbiamo a che fare con dei programmi inconsci e abbiamo sempre il potere di elaborarli e andare avanti. Ogni momento può essere “nuovo”, se chiudiamo col passato, e nostra è la respons-abilità di scegliere cosa pensare e cosa fare, in ogni istante.

9 Tecniche per Sbloccarsi e Riprendere in mano la propria Vita

-Innanzi tutto lavoriamo sui traumi del passato che ancora ci disturbano. Possiamo farlo con EFT e EFT Integrata stimolando con i polpastrelli una serie di punti di agopuntura facilmente reperibili, mentre parliamo di tutto ciò che ricordiamo, sentiamo e che liberamente emerge da dentro. Sentirsi bloccati è solo uno stato mentale che genera una sensazione, e via via che l’energia scorre più liberamente la nostra percezione può venire ridimensionata e recuperare il contatto col presente.

-Lasciamo il passato nel passato. Così spesso desideriamosuperare situazioni che ci hanno fatto soffrire, ma rimaniamo agganciati a quel passato. TAI ci permette di intervenire sulle vecchie informazioni che a livello cellulare conservano ancora  l’attaccamento al suo posto, così da favorire il rilascio e utilizzare l’energia recuperata per progetti e mete di ora. Depotenziando il trauma ancora attivo, DMOKA è uno strumento potente per uscire dalla sofferenza e recuperare il contatto con le risorse  della nostra età effettiva.
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Uscire dalla ripetizione automatica. A volte ci sembra che non ci sia altra possibilità che soggiacere a automatismi che ci portano a ripetere vecchi comportamenti, a seguire vecchie pulsioni che sentiamo lontane da quello che siamo ora, ma ancora ci sospingono potenti. In questo caso può essere che l’inconscio ha bisogno di completare lezioni lasciate in sospeso, e l’Ipnosi Regressiva può essere la tecnica adatta a fargli recuperare ciò che gli serve per permetterci di sentirci liberi di scoprire chi siamo ora.

-Sentirsi bloccati e necessità di cambiare. Molto spesso il sentirsi bloccati non è altro che un segnale: le situazioni che abbiamo vissuto fino ad ora non vanno più bene e quindi sarebbe tempo di cambiare. Quando la pianta cresce ha bisogno, a un certo punto, di cambiare il vaso  in cui è stata fino a quel momento, per uno più grande.

Se non lo facciamo non potrà godere di buona salute; se la travaseremo continuerà a espandersi e a esprimere il suo potenziale. A volte anche la vita (che è il messaggio personale del Divino a ognuno di noi) ci “trapianta” da vecchie situazioni, lavori, relazioni, modi di pensare … Ipnosi, Autoipnosi e PNL possono aiutarci a recuperare quelle risorse e sviluppare quella flessibilità che ci servirebbero per fluire con l’esistenza, invece che resistere per paura e attaccamento al vecchio…

-Così spesso tendiamo ad aspettare qualcosa di magico per  salvarci dalla paura, quando invece l’unico ad avere la bacchetta magica è il nostro inconscio! Psych K , o psicologia kinesiologica, può permetterci di lavorare direttamente col corpo, che è l’inconscio materializzato, per favorire un nuovo livello di consapevolezza e libertà di esprimere il nostro potenziale.

La vita è continuo cambiamento, e quest’ultimo non è infine nient’altro che il mezzo per scalzarci dal passato e dai suoi limiti, per scoprire che siamo liberi e possiamo aprirci alla scoperta di chi siamo veramente!

FONTI

https://www.blessyou.me

A.Robbins, Come ottenere il meglio da sè e dagli altri, ed. Bompiani