rimpianti-meglio-di-no-1

Chi non ha avuto a che fare con dei rimpianti nella propria vita?

Possiamo definire il rimpianto un’emozione dolorosa di rammarico o senso di colpa rispetto a un evento passato, per qualcosa che abbiamo, o non abbiamo fatto.  In poche parole vorremmo aver agito in modo diverso.

In USA numerose ricerche sono state compiute nel tempo su questo argomento, dal National Centre for Biotechnology Information e da altri ricercatori. Ciò che emerge da queste indagini  è che i sei maggiori rimpianti nella vita riguardano, in ordine decrescente, istruzione, carriera, amore, genitorialità, automiglioramento e tempo libero.

E risulta che il rimpianto è tanto più intenso quanto più alta era la percezione che ci fosse  maggiore libertà di scelta, e minore quando quest’ultima appariva ridotta.

Rimpianti? Meglio di no: attenzione al giudice interiore

Il rimpianto ci trasmette malessere  perché implica un errore nel nostro comportamento:  quella voce interna che giudica e puntualizza le nostre mancanze è all’opera, quindi  l’incolparsi di aver in qualche modo sbagliato è  il nutrimento del rimpianto.

Appare evidente che più è sviluppato il Super-io, tanto più la persona sarà preda di rimpianto e senso di colpa, che è la componente inseparabile del primo. Definiamo Super-io, o Super-ego, quella parte della mente detta anche il “giudice interiore”.

Non è altro che l’interiorizzazione dell’insieme di codici di comportamento, divieti, ingiunzioni e schemi di valore (bene/male; giusto/sbagliato; buono/cattivo; ecc.) trasmesso dai genitori e da tutte le figure che hanno avuto autorità sul bambino.

rimpianti-meglio-di-no-2

La funzione del Super-io sarebbe di spingere l’io al miglioramento. Ma attenzione: si tratta sempre di una parte della mente, e la mente si sa, può perdere del tutto il senso delle proporzioni. Quindi un Super-io troppo incombente può arrivare a paralizzare l’ego, causando continui di sensi di colpa, oppressione, scontentezza, autolesionismo, e ovviamente rimpianti …

I 5 rimpianti di chi sta per morire

E che succede quando ormai la vita volge al termine? A questo proposito molto interessante è quanto emerge dall’esperienza dell’australiana Bronnie Ware. Dopo tanti anni di lavori giusto per lo stipendio, Bronnie  decise di  cercare un impiego che desse un senso alla sua vita, e lo trovò come badante di malati terminali nell’ambito delle cure palliative.

In quel periodo, un giorno scrisse un post sul suo blog  su quali fossero i rimpianti più ricorrenti che le avevano confidato le persone vicine alla morte. L’articolo, intitolato “I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire”, ottenne velocemente molte visualizzazioni, addirittura tre milioni nel primo anno.

L’esperienza di Bronnie è sfociata poi nel libro: Vorrei averlo fatto, I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita, che è diventato un best seller tradotto in 27 lingue, a conferma di quanto sia universalmente sentito il tema.

Bronnie riporta che la maggior parte dei suoi assistiti indicava sempre gli stessi 5 rimpianti:

1.Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita come volevo io, e  non quella che gli altri si aspettavano da me.

2.Vorrei  aver lavorato di meno e passato più tempo con le persone che amavo.

3.Vorrei aver avuto il coraggio di manifestare i miei sentimenti, invece di tenerli dentro.

4.Vorrei aver mantenuto i contatti con gli amici, e coltivato il legame prezioso che ci univa.

5.Vorrei aver permesso a me stesso di essere più felice.

rimpianti-meglio-di-no-3

Osservando questi rimpianti, è evidente che il conflitto tra come la persona avrebbe voluto essere e quello che poi riusciva a fare, si fonda sui condizionamenti: continuare ad adeguarsi a tutti  i “devi” e “non devi” dell’educazione, lasciarsi dominare dalla paura di perdere l’amore e l’appoggio delle persone care se non ci si comporterà secondo le loro aspettative, non vivere secondo i propri reali desideri e stare sul sicuro, per timore di venire giudicati, o di fallire.

Rimpianti? Cambiare programmazione

Come sempre  possiamo riconoscere che siamo noi i sabotatori di noi stessi, e se vogliamo sfruttare l’opportunità di essere felici dobbiamo sceglierlo e avere la forza di cambiare.

Osservare la nostra vita e chiederci quanto siamo liberi nelle nostre scelte e quanto le nostre azioni e scelte si fondino sulle aspettative altrui e sulla paura del giudizio. Bronnie Ware sottolinea che quando si è vicini alla morte, il giudizio che gli altri hanno di noi perde molta importanza.

Però ormai non c’è più tempo per  vivere diversamente, e questo è molto frustrante. Ecco perché non è opportuno vivere di rimpianti e rimorsi, questa attitudine ci tiene bloccati nel lamento e nel rimuginare consumando un sacco di energia che in questo modo non può essere utilizzata per scelte più utili e sane, mentre siamo ancora in tempo. E’ come avere una zavorra che non ci permette di avanzare e ci trascina emotivamente sempre verso il passato.

Anche se si volesse guardare al futuro, implicitamente, proprio perché si orienta l’attenzione a qualcosa che appartiene al passato, si rimane fermi e non si evolve. Questo rischia di tradursi in un ripetersi del problema, finché non si deciderà di intervenire sul programma inconscio che mantiene vivo il vecchio modello mentale.

Rimpianti? strategie e tecniche per superarli

Il  “giudice interiore”, o Super-io, è specializzato nel provocare rimpianto con l’utilizzo del famoso “senno di poi”: la tendenza cioè a guardare un evento in retrospettiva e giudicare errato o carente il proprio comportamento proprio grazie all’insegnamento che l’esperienza stessa ha trasmesso.

Se ci pensiamo un attimo, è ovvio che nel momento viene eseguita la scelta migliore possibile, con la consapevolezza necessariamente parziale e spesso carente di quella particolare frazione di tempo.

rimpianti-meglio-di-no-4

Di fronte a questi attacchi del Super-io è meglio ricordare a se stessi: “Non possiedo la sfera di cristallo, in quel momento ho fatto quello che potevo. E ovviamente la possibilità di sbagliare valutazione è sempre presente. Scelgo di ricordare a me stesso che se adesso posso essere più saggio e consapevole, è anche grazie a quella esperienza.

Ora scelgo di vivere al meglio con le conseguenze di quello che è stato e prendo l’impegno con me stesso di esercitare più che posso la presenza nella mia vita, così da poter prendere decisioni migliori per il futuro, e a migliorare tutte le situazioni ancora aperte in cui posso farlo. Per il resto, conservo solo l’insegnamento e lascio andare ogni attaccamento all’idea di dover fare tutto giusto e di dover sapere prima le cose, come il mio Super-io vorrebbe farmi credere.”

Evitare  di perdersi nella cattiva abitudine del rimpianto è possibile prima di tutto conoscendo più a fondo se stessi, prendere atto di come si è e di come si vorrebbe essere,  e  scegliendo di sviluppare un percorso di crescita personale che ci permetta di uscire dal giogo dei condizionamenti.

Sempre più numerose sono le tecniche che mostrano di essere efficaci strumenti per aiutarci a cambiare, se lo desideriamo, citandone solo alcune: Ipnosi, PNL, Autoipnosi Psych-K per riprogrammare la mente, DMOKA per superare lo shock del trauma e favorire il nuovo, EFT, EFT-I e TAI per favorire  rapidamente  la trasformazione di emozioni e sensazioni associate al “problema”, supportando gli auspicati cambiamenti emotivi, cognitivi e comportamentali.

Più energia a disposizione e più consapevolezza si traducono in maggior accettazione di se stessi e scelte migliori nel presente, nel non posticipare l’espressione dei propri sentimenti, rischiare di più, vivere il più pienamente possibile, impegnarsi per ciò in cui si crede; e tutto ciò è incompatibile coi rimpianti …

Ecco l’ispirante punto di vista di Salvatore Brizzi sull’argomento:

“Adesso immaginate che siano trascorsi 150 anni da oggi. Non avete più denaro, un titolo di studio, un partner, dei figli, una casa, un’automobile… nulla, nemmeno un corpo. Avete perso tutto. Era inevitabile. E lo sapete bene fin da ora che andrà a finire così.

Tutto ciò che adesso, dopo 150 anni, vi rimane, è la gioia per aver vissuto una vita piena, di aver amato tanto, di aver lottato con il Cuore ed esservi sentiti eroi, di aver aiutato un sacco di persone ad essere più felici, di aver contribuito, seppur nel vostro piccolo, a un mondo migliore.

FONTI

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2394712/

Bronnie Ware, Vorrei averlo fatto, I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita, ed.MyLife

http://www.salvatorebrizzi.com/2017/03/la-missione-dellanima-e-i-rimpianti.html