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Leggo su Repubblica del 2 febbraio 2018: “David Lafranque e Diego Duperier, neanche 60 anni in due, hanno aperto la prima Fury room francese, la stanza della rabbia,

proprio davanti a quello che, in funzione dalla fine dell’800, sontuosamente ridecorato negli anni 20 e chiuso come tutti nel ‘ 46, fu uno dei primi bordelli di Parigi: “Aux belles poules”, alle belle pollastre, frequentato anche da Henry Miller e Anais Nin, oggi monumento di interesse storico.”

Con interesse vengo a sapere che  nelle cosiddette “stanze della rabbia” sono predisposti oggetti che più o meno  tutti in qualche momento di frustrazione abbiamo sognato di  sfasciare: cristalleria varia, stoviglie, piccoli mobili, schermi televisivi e di computers, ecc …  Si viene riforniti di mazza da baseball, oppure a scelta di martellone o piede di porco  e si può darci dentro a più non posso, godendo liberamente  anche del relativo frastuono. Per dieci minuti di attività,  con la formula “Chaos”, un biglietto  costa intorno ai 75 Euro. I frequentatori  sono all’80% donne, pare; non si accettano persone sotto l’effetto di alcool o droghe. La giornalista di Repubblica  intervista qualche  cliente che esce dopo aver usufruito del servizio, dicono di sentirsi “molto meglio”.

La necessità di sfogare rabbia e istinti distruttivi per conservare l’equilibrio

L’iniziativa, partita a fine settembre 2017,  ha avuto un tale successo che  “stanze della rabbia” marchio Lafranque-Duperier sono ora  in apertura in molte altre città della Francia, e anche a Casablanca, Beirut e Chicago. Fury rooms simili sono comunque presenti  anche in Australia, dove pare la cosa sia stata concepita (ma altri sostengono che l’idea è from America), e inoltre in Russia, Serbia, Slovenia,  Finlandia, Grecia, Giappone, Canada e Stati Uniti. A Dallas si pagano  70 dollari, a Novi Sad, in Serbia, il prezzo è  molto più economico: solo 6 Euro. Nel Regno Unito a Nottingham  frequentare la Fury room costa £35.  Anche in Italia hanno provato ad aprirne una  nel 2013 in provincia di Forlì, ma non ha incontrato molto favore ed è stata chiusa.

A Londra  da tempo una volta ogni tanto,  si svolgono appositi eventi sempre in tema, indetti dallo Scrapclub. Un gruppo di persone entra a turno in una stanza piena di oggetti recuperati dalle discariche, come automobili abbandonate, lavatrici rotte e rottami vari  e  può sfogare rabbia e istinti distruttivi colpendo questi oggetti con una mazza da baseball o un martello da muratore. Gli eventi dello Scrapclub hanno un risvolto un po’ più “impegnato”, come una sorta di “installazione artistica” per rappresentare un urlo di rivolta nei confronti dell’odierna società consumistica, e gli oggetti utilizzati vengono poi mandati al riciclo. Sia per le Fury rooms che per gli eventi dello Scrapclub, molta attenzione viene data alla sicurezza dei partecipanti: vengono forniti anche occhiali protettivi, casco, guanti e precise indicazioni di non colpire se stessi o altri.

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E’ interessante notare come l’apertura di  stanze della rabbia sia un fenomeno in espansione. Ciò che fa tendenza, si sa, è emblematico di un’inclinazione dell’inconscio collettivo. Proprio mentre  stiamo assistendo a quella che sembra un’escalation continua di guerre  e massacri, assassinii di congiunti e parenti vari, femminicidi, regolamenti di conti tra cosche,  terrorismo di varia natura, sparatorie nelle scuole e in luoghi pubblici … ecco che un po’ ovunque sorgono le “stanze della rabbia”. Sembrerebbe un movimento in una direzione sana: la percezione della necessità di ripulire l’inconscio da reattività repressa e istinti distruttivi per poter conservare l’equilibrio. Alcune considerazioni in proposito:

Reprimere le emozioni indesiderate è nocivo alla salute

Sfogare la rabbia e gli istinti distruttivi, senza far male a se stessi e agli altri, è senz’altro benefico per la salute e l’equilibrio mentale. Ormai numerosissimi studi dimostrano che reprimere e negare abitualmente emozioni indesiderate,  che stimolano la produzione di ormoni legati allo stress,  indebolisce il sistema immunitario. Reprimere le emozioni  risulta essere una delle principali fonti di squilibrio, che può esprimersi in malattia, depressione, o atti di follia. Ma al di là della moda del momento e del piacere liberatorio di fracassare in libertà oggetti altrimenti proibiti, c’è veramente bisogno di  Fury room  a pagamento per liberarci?

Questa attività potrebbe essere, nel migliore dei casi, sporadica e occasionale, a fronte di una necessità di fare pulizia in noi pressoché giornaliera. Altro aspetto non secondario è che 10 minuti di sfogo ogni tanto sulla cristalleria, pur appagante con mazze e bastoni,  non bastano per arrivare a liberare le tensioni profonde.  Perché quindi non organizzarsi per prendersi cura delle proprie tensioni a casa propria, magari in modo consapevole e meditativo? Possiamo preparare un angolo di casa o del garage e imparare a liberare l’energia che ci disturba picchiando  i cuscini, prendendo a bastonate il materasso, e anche strangolando un asciugamano …

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Ecco quanto dice  Osho sul tema:

Quando ti senti pieno di rabbia, non è necessario prendertela con qualcuno: sii semplicemente arrabbiato. Lascia che sia una medicazione. Chiudi la porta della tua stanza, siedi da solo e lascia uscire tutta la rabbia che hai in te. Se provi il desiderio di picchiare, picchia il cuscino. Fai qualsiasi cosa ti senti: il cuscino non protesterà mai. È un aiuto, un aiuto straordinario. Picchialo, mordilo, sbattilo!

Se sei in collera con una persona in particolare, scrivi il suo nome sul cuscino oppure incollaci sopra una fotografia. Ti sentirai ridicolo, stupido, ma la rabbia è ridicola; non ci puoi fare nulla. Per cui lascia che esploda e godila come un fenomeno di energia. Fanne una pratica quotidiana: bastano venti minuti (…).  E poi osservati per tutto il giorno. Sarai più calmo, perché avrai espulso l’energia che si trasforma in collera; l’energia che si trasmuta in veleno sarà stata espulsa dal tuo sistema. Ripeti questa meditazione per due settimane come minimo e, dopo la prima settimana, sarai sorpreso di scoprire che in qualsiasi situazione ti trovi, la rabbia non c’è più. Provaci!   Da  Il Libro Arancione

e ancora:
Non c’è bisogno di essere arrabbiati con la persona attraverso cui l’odio è entrato in te, non c’è bisogno. Ma non c’è neanche bisogno di reprimerla. Esprimila nello spazio.
Scegli una stanza della tua casa, la tua stanza di meditazione, così qualsiasi cosa accada vai in quella stanza e falla. Ti divertirai moltissimo, non puoi immaginare. L’intero esercizio è così bello. All’inizio sembrerà assurdo, ma presto ci andrai dentro e ti divertirai. (…) Non reprimere mai, ma non creare mai nessuna reazione a catena: questa è la regola.
Ricordati di non reprimere e di non creare nessuna reazione a catena. Una volta imparata quest’arte potrai essere libero da tutta questa follia che hai dentro senza che ciò provochi qualche disturbo nella tua vita.
Fare una catarsi ogni giorno è una necessità.
La vita è complessa e molte cose entrano nella mente e devono essere buttate fuori. Questa è la ragione per cui do molta enfasi alla Meditazione Dinamica. Mettilo come un punto fermo ogni giorno: proprio come pulirsi il corpo tutti i giorni, pulisci anche la mente.  Questo è un bagno per la tua mente.
Butta fuori tutto ma non buttare niente su chiunque; questa è violenza. Buttalo nel vuoto. E il vuoto è abbastanza grande, lo spazio è grande non preoccuparti di quello che succederà al cuscino, di quello che succederà allo spazio. Non accadrà niente; tutto quello che getti lì verrà assorbito. E non ti rimanda indietro niente. L’azione semplicemente si conclude. Non viene creata nessuna catena.  Fai le cose in modo che non si crei nessun futuro attraverso di esse. Una catarsi è necessaria ed è necessaria ogni giorno a meno che tu non ti sia illuminato, allora non raccogli più nulla. Ora tu raccogli, raccogli polvere. Buttala fuori ogni giorno.
 Da Vedanta: Seven steps to Samadhi

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stadio della catarsi nella Osho Dynamic Meditation

Liberarsi dalle emozioni indesiderate: La Meditazione Dinamica di Osho e la Catarsi

Osho parla della necessità di liberarsi consapevolmente delle pulsioni distruttive  dall’inizio degli anni ’70 del secolo scorso. A questo scopo, proprio per l’uomo occidentale che tende ad accumulare tensioni e non sa come liberarsene in modo consapevole, Osho ha creato la Meditazione Dinamica. Si tratta di  una meditazione in cinque stadi, che si può praticare sia in gruppo che da soli. I primi tre stadi sono di movimento e catarsi, per scaricare completamente il sistema mente/corpo dalla spazzatura emotiva che accumuliamo ogni giorno e che va ad alimentare le nostre nevrosi, per arrivare al 4° stadio di quiete e osservazione meditativa, e finire col 5° di danza celebrativa. Osho Dynamic Meditation è un grande regalo, uno strumento potentissimo per chi cerchi trasformazione. Posso personalmente testimoniare, come chiunque abbia utilizzato questa meditazione abbastanza a lungo con costanza potrà affermare, profondissimi cambiamenti nella struttura fisica, mentale e psicologica.

La Meditazione Dinamica ha la durata di un’ora, e se non sempre è facile trovare questo tempo giornalmente, può però diventare una buona abitudine  organizzarsi per almeno 15-20 minuti di catarsi sui cuscini, seguendo le istruzioni di Osho, per concludere con cinque o dieci minuti di meditazione quieta e raccoglimento interiore, osservando respiro, sensazioni e pensieri. Ne usciremo rinnovati, sicuramente meno violenti e a rischio di cadere vittima di nevrosi e provocazioni, più capaci di vivere il presente in modo consapevole.

Tecniche psicocorporee per la gestione dei “problemi”

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Alla base della corretta gestione della propria energia c’è la capacità di contatto con il proprio corpo e le proprie emozioni, l’attenzione consapevole ai movimenti interiori, a ciò che l’inconscio “fa salire” nella coscienza per mezzo di stati d’animo e sensazioni. Noi tendiamo a non voler conoscere e a non voler sentire ciò che è sgradevole e doloroso. Se poi ci sembra di non avere risorse o chiarezza rispetto allo stato  “problematico” che emerge da dentro, la tendenza è  “ributtare giù” quanto emerge. E’ proprio la tendenza a negare e reprimere a rinforzare il blocco energetico che ci mantiene nello stato di disagio.

 

Sono numerose le tecniche che possono aiutarci  per l’elaborazione di traumi e programmi negativi, che ritroviamo sempre alla base dei comportamenti violenti e disfunzionali. Ad esempio Ipnosi e PNL per favorire una riprogrammazione dell’inconscio; DMOKA e Psych-K, hanno mostrato di essere strumenti particolarmente efficaci per elaborare  traumi e condizionamenti. Anche EFT (o Tecnica di Libertà Emotiva) è molto utile per allontanarsi dal malessere, qualunque esso sia, e ha il vantaggio di essere accessibile a tutti, anche ai bambini. Quando l’inconscio riceve le informazioni che gli servono per funzionare meglio, acquisiamo sempre di più la capacità di vivere il presente,  e la soluzione  può emergere da dentro, da quella mente grande, piena di risorse e infinita creatività,  molto al di là di quanto la nostra piccola mente conscia possa immaginare ….

FONTI:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/02/12/nella-stanza-della-rabbia-sfascia-tutto-starai-meglio17.html

https://www.londradavivere.com/tempo-libero/eventi/scrapclub-levento-per-sfogare-la-propria-rabbia-distruggendo-cose/

http://www.scrapclub.co.uk/

Osho:  Il Libro Arancione, ed. Mediterranee

Osho: Vedanta: Seven steps to Samadhi, Rebel Publishing House

Annalisa Faliva: Invito al Benessere, Ipnosi, Autoipnosi e Meditazione per la gestione del Dolore, ed. Urra