A proposito di Vite Passate e Reincarnazione troviamo sostenitori e detrattori. Si dibatte sul fatto che esistano in effetti  questi stati , o si tratti  semplicemente di autosuggestione e fantasia.

Le  regressioni alle vite passate e il metodo dell’Ipnosi Regressiva sono temi  che suscitano molto interesse. Nella mia pratica dell’Ipnosi, si è spesso verificato che la persona “in trance” (cioè in uno stato in cui la mente che controlla è fuori gioco), risalisse a eventi di quello cha appare un tempo antecedente all’esistenza attuale come origine di un problema.

Nella rielaborazione di queste “antiche” memorie traumatiche è possibile   trovare la chiave per la risoluzione di stati interiori di profondo disagio, e anche di malesseri fisici che spesso non avevano risposto ad altri trattamenti.

Il concetto di Reincarnazione

Tutto ciò si basa, ovviamente, sul concetto di reincarnazione, che ritroviamo ampiamente trattato nell’induismo, e come principio centrale anche nel buddismo, giainismo e sikhismo. Pochi sanno che lo è anche ne branca esoterica dell’Islam, il Sufismo. L’Ebraismo non ne parla, ma la Cabala, da cui l’Ebraismo ha avuto origine, contiene questo principio.

All’idea della rinascita o metempsicosi aderivano anche figure eminenti della Grecia antica, come Pitagora, Socrate e Platone. È anche una credenza comune che ritroviamo in molte società tribali in Australia, Asia orientale, Siberia e Sud America. Nell’antico Egitto lo studio della reincarnazione faceva parte dell’iniziazione ai grandi misteri.

Anche il Cristianesimo delle origini considerava la reincarnazione un fatto del tutto naturale. Origene, Clemente d’Alessandria, Plotino, San Bonaventura, San Giustino, Sant’Agostino, San Gregorio di Nissa, padri della Chiesa, parlavano tutti di Reincarnazione. Secondo San Girolamo questa dottrina è stata insegnata per lungo tempo ai primi cristiani.

Fu solo nel 553, nel V concilio, che per volere dell’imperatore Giustiniano,  ben 100 anni dopo la morte di Origene, fu dichiarata eresia quella parte del suo insegnamento, e furono depurati i Vangeli (che si sa sono stati manipolati più volte) dai riferimenti alla reincarnazione.

Ne rimangono però dei passi che chiaramente si riferiscono al fenomeno, per esempio quando Gesù chiede alla gente chi crede che lui sia, gli rispondono “Tu sei Elia” e Gesù dice “Elia è già tornato e non l’hanno riconosciuto.(…) Allora i discepoli capirono che egli intendeva parlare di Giovanni il Battista.” Matteo 16,13-16; 17,10-13. Se ne parla anche nei Vangeli apocrifi, come in quello di Tommaso, e nei libri gnostici.

vite-passate-e-reincarnazione-2

il profeta Elia

Possiamo affermare che la reincarnazione scalza l’autorità dogmatica della chiesa, il bisogno della figura del prete come intermediario con Dio, e la necessità di sborsare denaro con le indulgenze per essere liberati dal peccato. Sconfessare la reincarnazione risulta una scelta di potere ben precisa: se non può dire “pentiti ora, o verrai dannato all’inferno in eterno” la chiesa non può usare la paura per controllare il suo gregge, cosa che invece le permette di tenere in piedi tutta la sua narrazione.

Vite Passate e Reincarnazione: Il caso di Dorothy Eady

Esistono numerosi casi di bambini prodigio e  persone con particolari abilità che fanno risalire a vite precedenti. Molto emblematico il caso della scrittrice ed egittologa Dorothy Eady.

Nata a Londra nel 1904, a tre anni cadde e battè violentemente la testa. Perse conoscenza e al risveglio iniziò a dire che quella non era la sua “vera” casa e ad avere incubi notturni nei quali vedeva antiche costruzioni. Durante una visita al British Museum, iniziò a parlare in una lingua sconosciuta e manifestò grande empatia con le statue  e i reperti egizi.

Da allora si recava lì spesso. Si mise a studiare i geroglifici, riuscendo a tradurre simboli che altri studiosi avevano impiegato anni per decifrare. Verso i 15 anni di età Dorothy affermò di aver saputo in sogno dallo spirito di un faraone, di essere la reincarnazione di una antica sacerdotessa egizia.

Lo spirito la contattò in sogno diverse altre volte, rivelandole dettagli della sua vita precedente. Dorothy prese l’abitudine di prendere appunti su questi particolari usando i geroglifici.

Conobbe uno studente egiziano e si trasferì in Egitto per sposarlo. Lì, pur non possedendo alcun titolo di studio specifico, divenne la prima donna a lavorare per il dipartimento di antichità di Giza.

Più tardi si trasferì ad Abylos, la città dove affermava di aver trascorso la sua vita precedente. Qui, individuò un luogo in cui ricordava sorgessero dei giardini, indicando agli archeologi un preciso punto in cui scavare.

La cosa si rivelò esatta. In diverse altre occasioni Dorothy localizzò antichi siti e manufatti sepolti. Ella inoltre mostrò di conoscere il contenuto di diversi antichi scritti religiosi che non poteva aver letto in precedenza. Il New York Times definì la sua vicenda “una delle storie di reincarnazione più intriganti e convincenti del mondo occidentale”

Vite Passate e Reincarnazione: Il caso di Shanti Devi

Shanti Devi, nata a Delhi nel 1926, presenta un caso di vita passata molto documentato. Ella infatti  non ha descritto una sua esistenza in epoche lontane, ma quella immediatamente precedente all’attuale, fornendo al tempo stesso testimonianze e prove dirette rispetto alle sue affermazioni.

vite-passate-e-reincarnazione-3

All’età di quattro anni Shanti iniziò a parlare della sua vita prima delll’attuale, del marito e dei  due figli che aveva allora. Raccontava della sua “altra” vita con molti dettagli particolareggiati.

Diceva di aver vissuto col marito, proprietario di un negozio di vestiti, nella città di Mathura (distante una settantina di chilometri da Delhi), che  il suo nome di allora era Chaudine e che era morta dando alla luce il terzo figlio.

Piú cresceva e piú Shanti raccontava particolari della sua vita passata, chiedendo ai genitori di portarla a Mathura. Un giorno si decise di inviare una lettera all’indirizzo del suo presunto marito, descrivendo la situazione. Con sua sorpresa l’uomo confermò che ogni dettaglio riferito da Shanti corrispondeva perfettamente.

Si chiese allora a Pantit Kedarnath Chaube, l’uomo che Shanti affermava essere suo marito, di venire a Delhi per incontrarla.

L’uomo temendo una truffa, chiese a suo cugino di presentarsi a suo nome. All’arrivo dell’uomo Shanti riconobbe immediatamente  il cugino del marito, descrivendogli  altri dettagli della casa di prima, dei figli e del marito. Sconvolto, l’uomo al ritorno raccontò tutto a Pandit  convincendolo a recarsi a Delhi per un incontro. Pandit però aveva ancora dei dubbi, perció chiese al cugino di presentarlo come suo fratello.

Anche questa volta senza esitare Shanti indicò subito Pandit come suo marito nell’altra vita. A cena fece preparare i suoi piatti preferiti e come ulteriore prova di essere la reincarnazione di Chaudine, gli descrisse l’interno della casa dove avevano vissuto e il luogo dove aveva nascosto i suoi gioielli e una certa quantità di denaro. Tutto risultò esatto.

Tempo dopo venne invitata da Pandit insieme ai genitori a visitare la “sua” vecchia  casa. Giunti in città la ragazza mostrò di orientarsi perfettamente e si recò alla sua vecchia abitazione dando prova di conoscere bene quelle strade sebbene fosse la prima volta che visitava il posto.

Arrivata a destinazione riconobbe tutti i suoi vecchi vicini di casa,  chiamandoli per nome, descrivendo le loro case e i loro figli. Rimproverò perfino Pandit perché aveva ridipinto la “loro” casa con un altro colore.

Durante l’incontro riconobbe i suoi figli, compreso quello nato alla sua morte, raccontando cose che solo la moglie defunta di Pandit poteva sapere e descrivendo il periodo di transizione tra una incarnazione e l’altra.  Da allora rimase sempre in contatto con la sua precedente famiglia.

Shanti divenne molto famosa in India al punto da essere presentata al Mahatma Ghandi e a molti membri del Parlamento indiano. Nel 1935 venne istituita un’apposita commissione d’indagine sul suo caso, arrivando alla conclusione che Shanti Devi era un vero caso di reincarnazione.

Vite Passate e Reincarnazione: bambini che ricordano e segni di nascita

A proposito dei bambini che ricordano, rilevante la ricerca dello psichiatra americano Ian Stevenson (1918-2007). Stevenson era convinto che la causa di molti disturbi mentali potesse essere derivare da conflitti irrisolti nelle vite precedenti.

Per 50 anni ha analizzato un grande numero di casi di bambini in tutto il mondo, specialmente in India, Sri Lanka, Tailandia, Turchia, Brasile, Libano, e anche Inghilterra, Canada e Stati Uniti, che affermavano di ricordare vite passate. Sulle sue ricerche Stevenson ha pubblicato circa trecento articoli e 14 libri.

Particolarmente interessante il suo lavoro sui segni di nascita: a volte il bambino nasce con la traccia inequivocabile di cicatrici o segni particolari sul corpo, legati a una morte violenta che ricorda. Ha presentato questo approfondimento in un’opera, con ampia documentazione fotografica,  pubblicata in italiano col titolo Le prove della reincarnazione.

Nel volume sono presenti una serie di impressionanti fotografie su cicatrici e segni inspiegabili presenti fin dalla nascita di bambini che ricordano  cosa li ha causati in un tempo “precedente”  all’attuale vita.

vite-passate-e-reincarnazione-4

Come ad esempio Jacinta Agbo, una bambina nigeriana, che dalla sua nascita nel 1980 presentava sulla nuca una strana, lunghissima cicatrice. Jacinta descrisse una storia che spiegava quella ferita: parlò di essere stata un uomo di nome Nsude che durante una lite era stato pesantemente ferito alla testa.

Portato all’ospedale di Enugu, per curarlo gli era stata praticato una lunga incisione sulla nuca; in seguito tuttavia l’uomo era morto. I fatti riportati risalivano al 1970 e Stevenson ebbe modo di controllarli e trovarli esatti.

Un altro caso incredibile corredato da eloquenti fotografie è quello di Ma Htwe Win, una bambina nata a Burma nel 1973. La piccola presentava fin dalla nascita pesanti segni sulle gambe soprattutto a sinistra, come da anelli di costrizione.

Raccontò di essere stata un uomo di nome Nga Than, che era stato assassinato dalla moglie e dal suo amante e poi legato con corde molto strette per poter meglio occultare il cadavere. In seguito il corpo era stato  ritrovato e l’omicidio scoperto. Anche tutti questi fatti ricevettero conferma .

Secondo il dott. Stevenson  i segni di nascita dimostrano che la personalità sopravvive alla propria morte, e il suo vissuto può influire sul nuovo corpo in formazione nel ventre materno. Si tratterebbe in sostanza, di un’azione psicocinetica dettata da uno shock talmente intenso da lasciare tracce così profonde nelle cellule, da venire  trasferite al nuovo corpo in gestazione.

Vite Passate e Reincarnazione: Le memorie  nelle cellule

Lo psicoterapeuta americano Morris Netherton è stato il primo a documentare una serie di casi in cui emicrania, ulcere, epilessia e altre gravi malattie croniche, erano correlate con traumi di vite passate (1978).

Quel che risulta è che ogni malattia, operazione, frattura, privazione o ferita, sia del corpo che della psiche (che sono sempre collegati), resta registrata nel corpo eterico, producendo un certo grado di malfunzionamento, a livello sia fisico che psichico.

E dato che  i campi energetici sono multidimensionali, molto spesso accade che un trauma di vita passata lasci una sorta di “impronta” nella stessa regione del corpo in cui si è verificato.

Sono numerosi gli osteopati e i fisioterapisti che hanno riferito di come spesso emergono memorie di “vite precedenti” durante un massaggio profondo o una sessione di Rolfing.

Questa è anche la mia esperienza: sia quando ho ricevuto il massaggio profondo, che quando io stessa  ho utilizzato questo approccio, è capitato che emergessero spontaneamente memorie che risultavano “precedenti” rispetto al tempo presente, eventi  di  cosiddette “vite passate”.

vite-passate-e-reincarnazione-5

A proposito di questo tipo di contenuti, sono pienamente d’accordo con Netherton:  la cosa più importante non è se si tratti veramente o meno di una vita passata, ma se elaborare quel vissuto porti benefici o meno al soggetto. La priorità non è provare la reincarnazione, ma aiutare il soggetto a trovare sollievo dai problemi e trovare guarigione.

Se la persona preferisce, si può trattare il materiale recuperato come immaginazione e questo non cambia i risultati del processo. Quanto sorge dal profondo, si tratti di  immagini simboliche o di reali memorie di vite passate poco importa; se l’inconscio fa emergere quell’informazione è proficuo utilizzarla.

La mia esperienza è che elaborare in modo appropriato quanto emerge può condurre al ridimensionamento o al superamento della tematica limitante.   

Per esempio mi è spesso successo che persone con capacità psichiche come medianità o capacità di guarigione si rivolgessero a me perché sentivano fortissime paure a esprimere queste loro specificità, nonostante questi talenti spingessero per essere onorati.

In regressione emergeva sempre una storia simile: la persona con capacità analoghe a quelle presenti ora, in una vita passata era stata per questo perseguitata e spesso messa al rogo per stregoneria.

Elaborando quel trauma con l’Ipnosi Regressiva, la persona veniva liberata dal trauma passato e poteva poi sentirsi libera di procedere per esprimere nella maniera più consona a lei inclinazioni e capacità.

Possiamo affermare che a tutti noi, come anime, vengono date vite  con prove-opportunità per imparare e crescere. Inciampiamo, falliamo e riproviamo, ma ogni volta impariamo qualcosa che aumenta la nostra consapevolezza e amplifica la nostra capacità di amare ed aprirci alla vita.

FONTI

https://www.ampupage.eu/news21.htm

Ian Stevenson, Le prove della reincarnazione, ed. Armenia

Morris Netherton, Nancy Shiffrin, Past Lives Therapy, Morrow ed.