Perché resistiamo al cambiamento?
Se vogliamo conservare il benessere dobbiamo continuare a cambiare, questa è una realtà incontrovertibile dell’esistenza. Ma non è così semplice …
Non si dirà mai abbastanza che è l’inconscio quello che dà il permesso per il cambiamento, o lo nega. L’inconscio contiene le memorie, tutte le parti che si sono formate nelle varie epoche della nostra storia, e che rappresentano i molteplici aspetti, perlopiù inconsci, della personalità. Esso è anche la sorgente delle emozioni.
Che si tratti di notare in noi i cambiamenti dell’età, di cambiare lavoro, casa o città, perché temiamo così tanto ciò che non conosciamo e come mai abbiamo così tante resistenze ai cambiamenti? La risposta sta nel modo in cui il nostro inconscio è impostato.
E’ come un bambino piccolo, e come un bambino che vuole sentire sempre le stesse favole, e mangiare sempre le stesse cose, si attacca strettamente alle variabili conosciute perché gli trasmettono sicurezza.
Ecco perché la maggior parte delle persone preferisce stare sul sicuro, protetta in ciò che conosce nella cosiddetta “zona di confort”. All’inconscio non piace gestire nuove informazioni perché confondono i modelli di riferimento interiorizzati. Esso ama seguire ciò che sa e che è stato ripetuto tante volte e, ahimè, a volte preferisce restare nell’inferno che conosce piuttosto che rischiare la destabilizzazione che il cambiamento porta.
Questo sistema di generazione e gestione dei modelli è integrato in tutti noi e inizia a costruirsi da quando veniamo al mondo. Quando raggiungiamo i 7 anni c.a. abbiamo già interiorizzato i modelli di base, una sorta di impostazione predefinita che rimarrà il nostro riferimento per il resto della vita. Di fatto, da lì in poi, tutto ciò che sentiamo, agiamo, decidiamo o scegliamo, gravita essenzialmente intorno a quei modelli costruiti principalmente nei primi 7 anni, proprio come un pianeta gravita intorno al suo sole, a meno che non scegliamo di impegnarci per riprogrammarli.
Da dove viene la sofferenza ?
La nostra personalità, con tutte le sue paure, convinzioni, preferenze e tendenze, dipende in gran parte dall’influsso di questo nucleo di programmi primari, di cui perlopiù non siamo nemmeno coscienti. La nostra resistenza al cambiamento può essere quindi tradotta come la riluttanza di parti inconsce (e ognuna ha il suo compito e il suo punto di vista) ad andare fuori dalla rotta tracciata e ad assimilare ciò che è fuori dai programmi primari.
Inoltre, più è stato difficile crescere, e quindi più dolore e trauma è vivo nell’inconscio, più la resistenza al cambiamento aumenterà, perché il timore della destabilizzazione è maggiore.
E’ importante tenere presente questo tratto fondante della mente inconscia: essa cerca costantemente di garantire la stabilità, e quindi è più facile farlo mantenendo le cose come sono. Nel suo linguaggio significa proteggere il nostro equilibrio da ciò che può causare disgregazione, e dal rischio che la situazione peggiori.
In realtà sappiamo che il cambiamento è alla base stessa della vita. Ogni cosa sta costantemente cambiando, attimo per attimo. Essere vivi è appunto questo, fare parte di un processo di trasformazione che si sta svolgendo, in ogni istante. Da quando siamo nati il nostro corpo e la nostra mente stanno cambiando, e lo stanno facendo anche ora …
Ogni giorno ci ritroviamo alle prese con nuove informazioni, esperienze, eventi, progetti, inizi, perdite, nuove acquisizioni, e tutto ciò che continua a trasformarsi, e questa realtà è parte essenziale della vita.
Così spesso ci sembra che l’esistenza ci colpisca, o peggio, che sia contro di noi. Ma la vita non fa nulla di tutto questo, semplicemente si palesano a livello conscio le conseguenze dei programmi inconsci che hanno bisogno di essere riconosciuti. In questo modo abbiamo la possibilità di diventarne consapevoli, prendercene cura e procedere con la nostra evoluzione, a tanti livelli diversi.
Se ci ritroviamo a vivere dolore, o lo stress della lotta contro le circostanze, è perché creiamo conflitto dentro di noi, cercando inconsciamente di restare nel conosciuto ogni volta che ci troviamo a fronteggiare le incognite del cambiamento. La sofferenza è prodotta dalla resistenza, in particolare dalla paura che emerge dall’andare contro il nostro mente-corpo condizionato.
Dov’è l’inconscio?
Anche se la nostra mente inconscia è programmata a proteggere lo status quo, nulla ci vieta di diventarne consapevoli e imparare a guidarla amorevolmente a sostenere la persona che vogliamo essere oggi, a prescindere dal nostro passato. L’Autoipnosi si occupa appunto di questo: imparare a guidare autonomamente l’inconscio a diventare il più forte sostenitore dei nostri progetti!!
Mi capita di chiedere alle persone dove pensano si trovi l’inconscio. La maggioranza risponde “nella testa”, quasi nessuno dà la risposta giusta, che è “in tutto il corpo” . La nostra mente inconscia non è quindi una sorta di entità eterea – ma è in ogni cellula, è letteralmente incarnata in tutto il nostro corpo-mente.
Tutte le nostre esperienze, blocchi, credenze e traumi sono impressi nel corpo tanto quanto nella neurologia e nelle matrici energetiche (o corpi sottili) che circondano il corpo fisico. Possiamo quindi affermare che il nostro condizionamento inconscio presenta aspetti fisici, energetici e neurologici. La resistenza al cambiamento, può essere perciò inquadrata e trattata dalle diverse angolazioni di questi aspetti, con le tecniche più varie, adeguate per i diversi campi.
Come superare il blocco al cambiamento?
Se ci sentiamo bloccati, possiamo essere certi che c’è conflitto tra due o più parti di noi. Ricordiamo che ogni parte inconscia ha il suo compito e il punto di vista, vuole realizzare qualcosa di importante e necessario per noi, e alcuni di questi intenti possono apparire in contraddizione tra loro.
Per esempio, se in noi è forte la spinta a mantenere la sicurezza dell’equilibrio raggiunto, allo stesso tempo la nostra mente riceve costantemente stimoli che generano reazioni. L’energia si muove in noi generando ogni giorno impulsi che chiedono di essere espressi e soddisfatti, sottoforma di interessi e passioni che possono sfociare in progetti di vita e imprese più o meno grandi.
Quindi il primo dilemma sarà: resto sul sicuro o rischio? Il mio maestro, Osho, sostiene che è proprio rischiare che ci fa sentire vivi. Il suo consiglio è di scegliere il rischio, ogni qualvolta sia possibile. E nulla ci vieta di agire per armonizzare il nostro inconscio sia con la sicurezza del conosciuto che con i nostri nuovi progetti, soprattutto se desideriamo averlo come alleato invece che come oppositore.
Quando sentiamo conflitto tra due parti (o più), di solito abbiamo la tendenza a preferirne una e rifiutare/giudicare l’altra. In questo modo il conflitto resta al suo posto. Per uscire dal blocco che si crea, non basta sforzarsi e usare la volontà, che è appannaggio del conscio, visto che l’inconscio è quasi 10 volte più grande del conscio.
Ciò che si è rivelato vincente è ricordare che ogni parte inconscia non è consapevole delle conseguenze del suo comportamento e sta sempre facendo del suo meglio, perciò: sospendere il giudizio e invitare le parti a parlare liberamente.
Con EFT e EFT-I , stimolando una sequenza di punti sul corpo coi polpastrelli, si crea spazio per permettere a ogni parte di esprimere i suoi sentimenti. Questo favorisce il superamento del blocco, e potremo ben presto scoprire che liberare energia può portarci naturalmente a sentirci meglio e facilitare la collaborazione tra le varie parti.
Con l’Ipnosi possiamo ripulire e riprogrammare le memorie del passato che mantengono una carica negativa e proiettano malessere sul presente. Man mano che si procede, diventa sempre più facile vivere la nostra reale età, e avere accesso a tante risorse interiori che possono fare la differenza.
La PNL può facilitare la risoluzione del conflitto con una particolare procedura chiamata Reframing, o ricorniciatura. Il coinvolgimento dell’illimitata creatività inconscia fa sì che le parti con diversi intenti possano ricevere da dentro tutte le risorse che servono loro per armonizzare tutte le opzioni allo stesso tempo, per il bene massimo della persona.
Quando ci sentiamo bloccati rispetto a un compito, Mel Robbins, job coach e consulente di grandi aziende, suggerisce una semplice procedura, detta “la regola dei 5 secondi”. Nel libro omonimo spiega come questo modo di agire abbia cambiato la sua vita e quella di molte migliaia di persone.
Semplicemente quando senti inerzia di fronte a una sfida che devi affrontare, smetti di pensare, conta da 5 a 1 e inizia ad agire. Contare all’indietro distrae la corteccia prefrontale del cervello responsabile del rimuginare, e fa sì che si possa iniziare l’azione senza entrare nel loop dei pensieri negativi. Una volta superata l’inerzia e dato inizio al movimento, portare avanti l’azione risulta più facile.
Concludendo: l’inconscio è come un bambino che predilige la sicurezza delle cose conosciute, sta a noi imparare a motivarlo, in modo dolce ma fermo, per scoprire le infinite meraviglie di cui può renderci capaci e muoverci liberamente nella nostra vita. D’altronde, citando Einstein: non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. No?
FONTI
https://soulhiker.com
A. Faliva, Autoipnosi per vincere il dolore, ed. LSWR
M.Robbins, La regola dei 5 secondi, ed. Sperling & Kupfer