Cos’è l’Ipnosi?
Nonostante l’Ipnosi sia riconosciuta ormai universalmente per le sue straordinarie possibilità di stimolare le più profonde capacità inconsce di guarigione e trasformazione, pure accade che continui a essere guardata con sospetto, come una pratica poco chiara e che perciò incute timore.
Ma cos’è esattamente l’ipnosi?
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Ci sono in realtà molti modi di fare Ipnosi. Nel più classico si tratta semplicemente di favorire il riorientamento dell’attenzione del soggetto, che normalmente è rivolta all’esterno, verso l’esperienza interiore. Questo fa sì che ben presto le onde cerebrali, da Beta (13-30+ Hz), presenti nello stato in cui ci troviamo normalmente quando siamo svegli e impegnati nelle nostre attività quotidiane, si trasformino nelle più lente Alfa (8-12.9 Hz). L’attività nelle onde alfa è riconducibile a stati di coscienza in cui la mente conscia può riposare e rilassarsi. Ma, grazie agli insegnamenti di Milton Erickson, si può indurre uno stato di coscienza adatto a comunicare con l’inconscio anche in una normale conversazione.
Cos’è lo stato di trance ?
Quando la mente inconscia, normalmente nelle retrovie e “coperta” dal controllo conscio, passa “davanti”, diventa più aperta e ricettiva per accogliere le suggestioni e indicazioni che vengono fornite dall’ipnotista, a patto che ovviamente rispettino i valori della persona e i suoi desideri. Il raccogliersi nella propria realtà interna viene chiamato “trance”. Visto da fuori, nella forma più classica dove la persona è in rilassamento con gli occhi chiusi, questo stato assomiglia al sonno. Ecco perchè Braid nell’800 ha coniato il termine ipnosi, dal greco hypnos, sonno.
Lo stato di Ipnosi, con l’interruzione del controllo conscio, risulta essere molto benefico per molte funzioni del corpo/mente, ad esempio si verifica l’aumento della produzione di serotonina, detto l’ormone del benessere, la regolazione del flusso sanguigno e di altre funzioni del sistema nervoso autonomo.
A cosa serve l’Ipnosi?
La mente inconscia, che garantisce il funzionamento del corpo/mente nel modo migliore possibile per ogni individuo, oltre a questo, se stimolata opportunamente, può favorire processi di riequilibrio, cambiamento e miglioramento a tanti livelli diversi del corpo/mente.
Si può affermare che in realtà l’Ipnosi sia sempre esistita, anche se non in forma consapevole. Praticamente se ne trovano tracce in tutte le antiche culture in cui sciamani e guaritori facevano uso della suggestione per promuovere guarigioni e cambiamenti di coscienza. Nei papiri egizi del 300 a C. si trovano già trascrizioni di vere e proprie sedute di ipnosi. In sintesi si può dire che l’inconscio veniva suggestionato e messo in moto dallo sciamano o grande sacerdote con rituali dal carattere magico-soprannaturale. Per una maggior consapevolezza del fenomeno ipnotico bisogna giungere alla fine del ‘700, con l’abate Josè Custodio de Faria, che fondò a Parigi una scuola di “sonno lucido”, così egli definiva la sua tecnica.
Con il passare del tempo e l’aumento di ricerche e sperimentazione sugli stati di coscienza alterata, l’ipnosi ha subito trasformazioni profonde e radicali, gradualmente ha abbandonato l’aspetto magico-mistico in nome di una sempre maggior comprensione dei poteri creativi e curativi dell’inconscio e delle metodologie appropriate per stimolarli.
Cosa si prova in Ipnosi?
L’esperienza sperimentata nello stato alterato di coscienza è molto individuale, può essere tanto varia quanti sono gli individui. Per spiegare quanto difficile sia catalogare l’esperienza in Ipnosi, si utilizza spesso questa favola: in un lontano passato, c’era una città abitata solo da ciechi. In questa città un giorno arriva un re con degli elefanti, che erano lì del tutto sconosciuti. Gli abitanti toccano gli elefanti per rendersi conto di come sono fatti ed ognuno percepisce una parte dell’animale. Chi tocca l’orecchio, chi la proboscide, chi la zampa ecc. E ognuno ovviamente descrive l’esperienza in modo diverso: chi ha percepito l’orecchio descrive quello per dire “questo è l’elefante”, così chi ha toccato la proboscide ecc… e nessuno riesce a descrivere l’animale nel suo complesso perché, vista la sua vastità, ne ha sperimentato solo una parte …
E’ con Milton H. Erickson (1901-1980) psichiatra e psicoterapeuta americano, che l’ipnosi diventa un’arte raffinatissima per il miglioramento della persona a tutti i livelli. Con Erickson, che si può definire il creatore dell’ipnosi moderna, sparisce l’antico approccio autoritario che l’ipnotista usava esercitare sul soggetto, in nome di una collaborazione amichevole e paritaria tra il facilitatore e la persona, in cui si lavora insieme per valorizzare le qualità umane dell’individuo e stimolare l’emergere delle sue risorse inconsce.
Cosa sono gli stati di trance naturali?
Erickson è stato il primo a parlare di stati naturali di ipnosi, e di quanto ognuno di noi ne abbia già piena esperienza nella sua vita. Gli stati in cui il nostro collegamento con la realtà viene sospeso, per esempio quando sprofondiamo dentro a una lettura appassionante, o nella visione di un film coinvolgente, o quando perdiamo il senso del tempo ascoltando musica, o abbracciando il nostro amato, non sono altro infatti che trance naturalmente indotte. Quando la nostra attenzione è assorbita completamente da ciò che stiamo facendo, e anche i sensi sono catalizzati su quello che in quel momento assorbe la nostra coscienza, il contatto con la realtà è interrotto, proprio come accade in una seduta di Ipnosi, in cui questo spazio viene utilizzato creativamente per dare suggestioni all’inconscio.
Tempo fa si parlò in tv di un esperimento a riprova di come la focalizzazione dell’attenzione trascini con se le nostre percezioni sensoriali isolandole dalla realtà. Ad alcuni soggetti venne mostrato il filmato di una partita di basket, e gli fu assegnato il compito di concentrarsi sul gioco per cercare di individuare quanto più errori i giocatori avessero commesso.
A loro insaputa durante la prova, il campo dove si svolgeva la partita fu fatto attraversare da due donne vestite da suora. Alla fine della prova, alla domanda se avessero notato qualcosa di strano e inusuale sul campo, tutti i partecipanti all’esperimento risposero negativamente. Allora fu loro mostrato nuovamente il filmato, stavolta senza che dovessero concentrarsi su qualcosa. Solo allora, con enorme stupore, essi poterono rendersi conto della presenza in campo delle figure anomale costituite dalle suore, che prima non avevano notato, semplicemente perché la focalizzazione dell’attenzione li aveva portati in uno stato di trance. Anche con l’autoipnosi si impara a focalizzare l’attenzione all’interno e a inserire in questo spazio rilassato suggestioni all’inconscio per favorire i propri scopi.
Il modello ericksoniano e la PNL
Se l’insegnamento vero e proprio dell’ipnosi ericksoniana è riservato soltanto a medici, psicologi e psicoterapisti, Erickson è stato così rivoluzionario e creativo che si può dire tutto l’approccio all’ipnosi si basi oggi sullo studio dei suoi modelli linguistici e di pensiero. Ad esempio, lo studio del Milton Model è una delle basi della Programmazione NeuroLinguistica, o PNL.
Ecco quanto dice sua moglie, Elizabeth Moore Erickson, in Un guaritore americano: Milton è una delle persone più studiate nei campi dell’ipnosi e della psicoterapia. Nonostante le centinaia di migliaia di pagine che sono state scritte analizzando le sue parole e i suoi metodi terapeutici e nonostante le miglia e miglia di filmati e di nastro audio e video che lo riprendono, non ho mai sentito nessuno affermare di aver compreso del tutto come egli facesse ciò che faceva. Tutti sono sicuramente d’accordo sul fatto che Milton comunicasse in modi che si recepivano nel profondo e a livelli molto diversi da quelli della comunicazione ordinaria. Quasi tre decenni dopo la sua morte, le persone avvicinano ancora i familiari dicendo: “Il Dr. Erickson mi ha cambiato la vita!” E poi citano le parole esatte che ricordano che Milton aveva detto loro. Anche coloro che non lo hanno mai incontrato spesso raccontano che il semplice fatto di studiare il suo lavoro ha cambiato le loro vite in modi che non avrebbero mai potuto immaginare. Si sono sentiti come se le sue parole – persino quelle stampate o registrate su un nastro – fossero rivolte direttamente a loro.
Milton era irremovibile sul fatto che non venisse considerato come un guru, un mistico, o una persona che faceva cose magiche. Egli insisteva che ogni cosa che faceva era il risultato dell’osservazione attenta dell’altra persona e la risposta alle comunicazioni di quella persona. Egli credeva che ci fossero delle spiegazioni che alla fine sarebbero state supportate dalla ricerca e dalla scienza e che alla fine saremmo stati in grado di descrivere il funzionamento interiore della mente molto più pienamente di quanto possiamo fare oggi. Penso che il lavoro di Milton continuerà a essere studiato da sempre più persone. Penso anche che, man mano che progredisce l’abilità di compiere ricerche sulla mente e sui processi del cervello, diverrà più chiara una parte maggiore di ciò che egli faceva con l’ipnosi e con la psicoterapia.
Milton Erickson è leggendario per l’abilissimo uso dei modelli linguistici, il rispecchiamento delle posture dell’interlocutore, l’uso particolare della voce, l’ascolto della persona; egli ne osservava lo stile comunicativo e lo ricalcava alla perfezione, inducendo uno stato di trance ipnotica del tutto naturale, spesso senza induzione formale. Erickson era del tutto convinto della ricchezza dell’essere umano, che ogni persona sia provvista di tutte le risorse interiori necessarie per vivere al meglio, ed era un artista nell’ evocare e potenziare le risorse inconsce dell’individuo. Il suo utilizzo creativo e innovativo dell’approccio ipnotico rappresenta un patrimonio inestimabile senza tempo, preziosa materia di studio e apprendimento per chiunque lavori con l’Ipnosi.
FONTI
Betty Alice Erickson: Un guaritore americano, ed. Dialogika
Milton H. Erickson, E.L. Rossi, S.I.Rossi: Tecniche di Induzione Ipnotica ed. Astrolabio
Annalisa Faliva: Invito al Benessere, Ipnosi, Autoipnosi e Meditazione per la gestione del Dolore, ed. Urra