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Ritrovare se stessi … un compito impegnativo così a prima vista … ma sembra che i tempi attuali ce lo impongano piuttosto vigorosamente, se vogliamo fluire col cambiamento invece che rimanerne schiacciati.

Il mondo a cui eravamo abituati sta mutando sotto i nostri occhi così velocemente da risultare estremamente destabilizzante. Anche gli astrologi convengono che la conformazione degli influssi planetari che stiamo vivendo non si era mai verificata prima d’ora. La sopravvivenza stessa del pianeta, e di tutto quello che ci sta sopra, sembra in pericolo.

Tutto questo genera paura e confusione, e che cosa possiamo fare, se non andare dentro e ritrovare il contatto con la nostra interiorità? Il termine “ritrovare” suggerisce che abbiamo “perso” qualcosa… Come  perdiamo il contatto con noi stessi è piuttosto evidente.

Viviamo nella società dell’intrattenimento,  la nostra attenzione è continuamente catturata da immagini, contenuti, suoni, stimoli esterni di tutti i tipi. Ben presto si instaura una sorta di dipendenza: ci piace riempire gli spazi vuoti, oltre che con  incontri fisici quando possibile, e virtuali (i social, le varie chat, video giochi, ecc.) con musica, films, materiale internet di ogni sorta…

Il cervello si abitua a dirigere l’attenzione costantemente “fuori”, al punto che ritrovarsi da soli con se stessi viene perlopiù vissuto come una sorta di incapacità, di sconfitta. Il silenzio viene evitato, perchè può aggredirci il senso di vuoto. Ci raccontiamo che si tratta sostanzialmente del vuoto di ciò che non riusciamo a procurarci per stare bene nella vita, ma che invece è, innanzi tutto, mancanza di contatto con noi stessi.

E per “ritrovare” appunto il contatto con noi stessi è necessario andare “dentro”. “Come dentro – così fuori, come fuori – così dentro”  afferma una legge dell’Alchimia. Tutto è dentro di noi; è la coscienza-pensiero che genera la materia.

Tutto il mondo che vediamo, tutto ciò che crediamo essere la “realtà”, cioè qualcosa che siamo abituati  a situare fuori dalla nostra coscienza, in realtà si trova dentro la nostra coscienza. Questo, affermato da Maestri e orientamenti spirituali di tutti i tempi, viene dimostrato con sempre maggiori evidenze dalla Fisica Quantistica.

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Ritrovare se stessi: Attenzione alla mente …

E’ stata la progressiva e crescente spersonalizzazione e de-umanizzazione imposta da una società  che mette il profitto indiscriminato davanti a tutto, a portarci alla necessità di fare i conti con questa crisi globale? In ogni caso in questo momento così confuso, che ci fronteggia con sfide gigantesche,  è più che mai necessario trovare un punto da cui trarre stabilità, fiducia e forza, e questo punto si trova necessariamente dentro di noi.

Poiché tutto è un riflesso della nostra mente, tutto può essere cambiato dalla nostra mente, afferma   Buddha. La mente è uno strumento potentissimo, ma attenzione, bisogna saperlo utilizzare in modo consapevole. Siamo sempre alle prese infatti con quanto la mente ci racconta. Questa “storia”  crea una serie di filtri tra noi stessi e la percezione di ciò che chiamiamo realtà.

Innanzi tutto  c’è il filtro dei nostri sensi, che possono essere più o meno acuti e che in ogni caso stanno costantemente riducendo, distorcendo e generalizzando la mole di informazioni che arrivano per poterla decifrare e riconoscere. Una caratteristica del cervello è infatti cercare nel proprio data base interno (quindi nel passato) i riferimenti per decodificare ciò che arriva nella coscienza.

Possiamo quindi affermare che la nostra percezione di quanto accade è costantemente condizionata da tutto ciò che abbiamo sperimentato in precedenza e da ciò che il nostro sistema di valori interno ne ha dedotto, e soprattutto dai contenuti inconsci non elaborati, traumi e shock che abbiamo vissuto, per intenderci.

Quanto accade nel presente stimola a venire a galla le parti inconsce che portano le nostre “ferite”: sofferenze, paure, insicurezze, senso di inadeguatezza, scarso o assente senso del proprio valore, sensi di colpa, convinzioni negative su noi stessi, condizionamenti, ecc.

Proiettiamo tutto questo sulla realtà, e scambiamo la nostra proiezione per la realtà stessa. Diventare consapevoli di questo e non agire più in modo automatico è il lavoro dell’esistenza. I Maestri affermano che veniamo nella dimensione della materia per riconoscere ciò che ha bisogno di venire trasformato, armonizzato, e poterci infine risvegliare alla nostra vera natura, dove non c’è più dualità e separazione, ma soltanto l’Uno, il Divino.

Ritrovare se stessi: responsabilità e cura di se stessi

Ritrovare  il contatto con noi stessi necessita di una correzione sostanziosa di rotta, e quindi di tutta una serie di passi, ognuno decida in coscienza se grandi o piccoli, è indispensabile però che siano nella giusta direzione …

Partiamo con la responsabilità. I Maestri spirituali affermano che nella nostra esistenza  in realtà siamo noi a scegliere di sperimentare ciò che ci serve per la nostra evoluzione, attraverso esperienze che i nostri programmi inconsci attraggono. Significa essere consapevoli che  tutto quello che succede nella nostra vita è una proiezione di ciò che è dentro di noi.

Questo è anche un presupposto di base di Ho’oponopono, la tecnica di origine hawaiana che promuove da sempre profonde guarigioni nel corpo e nello spirito, (vedi in proposito https://ilcorpoinmente.it/tempi-bui-e-hooponopono-ovvero-rimettere-le-cose-a-posto-1a-parte-tecniche-psicocorporee/  parti 1,2,3)

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Se dimentichiamo che quanto viviamo è determinato dal nostro inconscio, e da tutti i contenuti inconsci individuali che confluiscono nel bacino più grande dell’inconscio collettivo, diventiamo vittime senza potere di cambiare le cose. Quando prevale il lamento, il senso di impotenza e la depressione, la nostra vibrazione diminuisce, la nostra autostima si abbassa e affiorano le emozioni che ci spaventano di più: senso di impotenza, disperazione, angoscia.

Un altro punto essenziale è imparare ad accettare le situazioni per quello che sono: degli specchi, e dire a se stessi “questa situazione si è manifestata perché è necessaria, altrimenti non sarebbe qui, e cosa devo imparare da questo?”

Per esempio che ritrovare il contatto con noi stessi ci permette di comprendere che la gioia e il benessere interiore non dipendono da un altra persona o da qualcosa di esterno a noi, ma sempre da noi stessi, da  come usiamo la mente, da quali scenari interiori le permettiamo di creare per noi.

Un altro aspetto di cui prendersi cura è l’attenzione al proprio corpo, alla propria salute generale. Se infatti non ci curiamo di noi stessi e mangiamo quello che capita, la nostra energia ne verrà molto influenzata. Lo squilibrio dei nostri organi verrà percepito come squilibrio interiore. Una buona abitudine è quella di fare un po’ di attività fisica, riscoprire il silenzio, stare a contatto con la natura.

La natura ci aiuta a ricordare che ogni nostra esperienza avviene nel corpo, quindi rientriamo nel corpo e usiamolo per quello che è, come l’atanor degli alchimisti, il contenitore che permette la trasformazione. (Vedi https://ilcorpoinmente.it/abitare-consapevolmente-nel-corpo-ritrovare-radici-presenza-prima-parte/ e seconda parte)

Ritrovare se stessi:  le qualità dell’Essenza

Se vogliamo uscire dall’identificazione col corpo-mente e con la personalità è opportuno spostare l’attenzione dal contenitore al contenuto. Se, come dicono i Maestri, in realtà siamo Spirito incarnato, Coscienza che fa esperienza di Sé attraverso l’esistenza, allora diventa prezioso tenere presente quali sono le reali qualità dell’essere, l’essenza.  Ecco cosa dice in proposito A.H. Almaas, Maestro che proviene dalla saggezza Sufi:

L’essenza è la parte innata dell’essere umano, la sola che può vivere nel mondo reale… è “nel mondo ma non del mondo” […] E’ come l’oro nella roccia: non è la roccia ma è nella roccia. Si trova nelle sensazioni, nelle emozioni e negli eventi mentali, ma non è nessuna di queste cose.

I diamanti e gli smeraldi sono nella terra, ma non sono la terra, sono qualcos’altro. Lo stesso si può dire per l’Essenza dentro di voi: non è la carne, non è le emozioni, non è i pensieri, ma è incastonata in essi, è dentro di voi come l’oro nella roccia, come la gemma nella terra.

Quindi dovete trasformarvi in minatori per trovarla, scavando nel corpo, nelle emozioni e negli eventi mentali, per trovare la sostanza preziosa. Lavorando sul corpo per sviluppare le sensazioni fisiche, scoprirete ciò che in esse è Essenza.

Esplorando le emozioni e le sensazioni, ne diventerete talmente consapevoli da riuscire a scorgere tra di esse sottili differenze. Vi accorgerete che ciò che pensavate fosse un’emozione non lo é, e ciò che credevate una sensazione fisica è invece una cosa diversa, magari molto vicina a una sensazione fisica, ma non proprio uguale.

L’Essenza è qualcosa di fisico che però non appartiene al corpo; è una specie di esistenza fisica a un livello diverso, che si esprime con una diversa modalità. Dio, l’essenza dell’Essenza, è dovunque: è nel corpo fisico, nelle sensazioni, nei pensieri, nell’animato, ma non é queste cose, è in esse ma non di esse.  Da Il Cuore di Diamante, pag.19 e 20

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Ritrovare se stessi:  la nostra vera natura

A proposito di chi siamo veramente Osho dice: Hai dimenticato la lingua del tuo essere. Io l’ho riconosciuta: ho ricordato chi sono. Dal giorno in cui mi sono ricordato, mi sono trovato in una situazione strana: sento compassione per te, e nel profondo mi viene anche da ridere di te, perché  non sei davvero nei guai. Non hai bisogno di compassione, hai bisogno di  martellate!

Hai bisogno di essere colpita duro sulla testa! La tua sofferenza è fasulla. Estasi è la tua vera natura. Tu sei  verità.  Tu sei amore. Sei beatitudine. Sei libertà. Da The Goose is Out

Sintetizzando, possiamo individuare le principali qualità della nostra essenza: pura Gioia, puro Amore, pura Pace, pura Unità, pura Estasi. Il termine “puro” in questo caso significa senza una ragione esterna. Non si prova gioia, pace, amore ecc. perché c’è un fatto esterno che  provoca la reazione, ma semplicemente perché si entra in contatto con le qualità dell’essenza.

Tecniche utili per ritrovare se stessi

Individuare le qualità essenziali è di grande aiuto, possiamo veramente avere un punto di riferimento che ci facilita il rapporto con la nostra mente, possiamo capire quando ci racconta una storia diversa e perciò sta mentendo… Diventa più facile infatti realizzare che se non siamo collegati alle qualità essenziali è perché qualche vecchia ferita ha interferito e falsato la nostra percezione. E come possiamo quindi diventare minatori, come dice Almaas, e scavare per estrarre l’essenza?

Tutte le volte che non riusciamo a stare nella gioia, o nella pace interiore, tutte le volte che ci sentiamo scollegati dal nostro intimo valore, in altre parole lontani dalle nostre qualità essenziali, possiamo decidere di volgere all’interno la nostra attenzione, individuare gli impedimenti, e prenderci cura di ciò che troviamo.

Oltre alla meditazione, utilissime perciò le tecniche che ci permettono di riorganizzare la percezione delle nostre memorie, per liberarci da vecchi traumi e programmi negativi, per esempio Ipnosi, PNL , Autoipnosi, DMOKA e Psych-K, e tecniche di psicologia energetica come  EFT, EFT Integrata e TAI.

Diventare consapevoli che sono i nostri programmi inconsci a determinare le esperienze che si manifestano nella nostra vita, e che è cambiando noi stessi che tutto il resto cambia in accordo, è fondamentale. Solo quando siamo liberi dal dolore del passato, infatti, possiamo recuperare lo spazio per essere nel flusso della vita, affrontare la paura e vedere dinnanzi a noi, nonostante tutto, un futuro di armonia, fratellanza e nuove opportunità.

FONTI

A.H. Almaas, Il Cuore di Diamante, ed.Crisalide

Osho, The Goose is Out, , Rebel Publishing House –  Capitolo 10, Chapter title: Dissolve in my people

https://www.visioneolistica.it/ritrovare-se-stessi/